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‘Goodbye LeU’: Sinistra Italiana scarica Mdp e guarda a De Magistris

ROMA - Sinistra Italiana esce dal percorso fondativo di Liberi e Uguali: la decisione è stata presa ieri dall'assemblea nazionale

Pubblicato:28-10-2018 14:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:43
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ROMA – Sinistra Italiana esce dal percorso fondativo di Liberi e Uguali: la decisione è stata presa ieri dall’assemblea nazionale di SI, con un documento che pone fine al percorso unitario guidato da Pietro Grasso. 

IL DOCUMENTO DI SINISTRA ITALIANA SU LIBERI E UGUALI

Nel documento, Sinistra Italiana afferma di aver “misurato l’insufficiente risultato elettorale e soprattutto l’inadeguatezza del profilo politico e programmatico” di Liberi e Uguali, “ma dopo il 4 marzo abbiamo comunque deciso di insistere, per verificare la possibilità di un’evoluzione positiva”.

“Per questo- si legge- abbiamo promosso insieme al Presidente Grasso e a Mdp un processo in due fasi, la prima delle quali di discussione pubblica sui fondamenti politici e culturali, nonché sulle scelte di fondo della fase, e la seconda, qualora ce ne fossero state le condizioni, di tipo propriamente congressuale. Lo abbiamo deciso il 26 maggio ma da allora abbiamo dovuto registrare la sostanziale inerzia del percorso, che di fatto è stato portato su un binario morto e trascinato in un paralizzante gioco del cerino”.


“Per questo- spiegano i vertici di Sinistra Italiana- la nostra Direzione Nazionale l’8 ottobre ha deciso di rompere questo schema e lanciare una proposta politica, che oggi proponiamo di riconfermare. Riteniamo che sia necessario in Italia e in Europa costruire un terzo spazio, alternativo alla coppia dell’austerità PPE-PSE e alle destre nazionaliste, in cui possano confluire tutte le forze di sinistra, civiche, ambientaliste che vogliano battersi per un mondo più giusto e solidale”.

“Crediamo- aggiungono- che questo processo possa trovare un primo momento di confronto politico nelle prossime elezioni europee e che si debba quindi da subito lavorare per renderlo possibile,aprendo un’interlocuzione con chi, come il sindaco De Magistris, ha avanzato pubblicamente una proposta simile”.

“La risposta della Direzione Nazionale di Mdp- sottolinea però il documento di Sinistra Italiana- indica una strada legittima ma del tutto diversa dalla nostra. La collocazione nel Pse e l’idea di concentrare tutti gli sforzi nella ricostruzione di un campo che, allo stato del dibattito, non pare in grado di andare oltre la riproposizione di un inefficace e anacronistico nuovo centrosinistra, va in tutt’altra direzione”.

“Non abbiamo quindi alcun bisogno- concludono- di un Congresso in cui tentare sintesi impossibili fra posizioni che l’esperienza degli ultimi mesi ha evidenziato come troppo divergenti, ma di impegnarci fino in fondo per dare vita ad un nuovo soggetto politico insieme a tutte le esperienze che, a partire dal comune impegno in LeU, vogliano proseguire con noi nel segno dell’alternativa, e che come noi siano disponibili alla confluenza in una lista plurale alle elezioni europee con altri differenti soggetti e personalità della sinistra, dell’ambientalismo e del civismo democratico.

LEU. D’ATTORRE: NO A VETI, AVANTI CON IL CONGRESSO

“L’Assemblea nazionale di Sinistra Italiana ha votato a maggioranza un documento con il quale dice no al congresso fondativo di Liberi e Uguali e propone di costruire un cartello elettorale alle europee assieme a De Magistris, Rifondazione Comunista ed altri”. Lo scrive su Facebook Alfredo D’Attorre di Liberi e Uguali.

“Tutto legittimo (e tutto già visto, peraltro). A questo punto, però, si consenta a chi, magari con un po’ di ingenuità, visti i precedenti, aveva creduto davvero che Liberi e Uguali potesse trasformarsi democraticamente in un soggetto politico, senza fare la stessa fine della Sinistra Arcobaleno, della Lista Ingroia o della Lista Tsipras, di provarci e di andare avanti con la fase congressuale. Si tratta, peraltro, semplicemente di rispettare ciò che nell’Assemblea nazionale di LeU del 26 maggio le forze fondatrici si erano impegnate a fare: lasciare la “piena titolarità del simbolo” alle decisioni del Congresso”.

“In queste settimane- conclude D’Attorre- molti comitati territoriali di LeU hanno manifestato la determinazione di andare avanti. Io credo che bisogna appoggiare questa determinazione. Tra l’europeismo liberista, che costituisce tuttora la cifra prevalente del Pd, e il cosmopolitismo no-border della sinistra antagonista c’è lo spazio e la necessità di una sinistra popolare, eco-socialista, capace di riaffermare il principio della sovranità costituzionale in chiave solidale e internazionalista”.

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