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La rivoluzione dell’alternanza Scuola-Lavoro

di Anna Paola Sabatini, direttore dell’Ufficio scolastico regionale del Molise L’alternanza Scuola-Lavoro rappresenta uno degli aspetti più innovativi

Pubblicato:28-10-2016 10:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:13

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di Anna Paola Sabatini, direttore dell’Ufficio scolastico regionale del Molise

L’alternanza Scuola-Lavoro rappresenta uno degli aspetti più innovativi della riforma della “Buona Scuola”. Una vera e propria rivoluzione culturale che sta coinvolgendo l’intera comunità scolastica del Paese. Gli ultimi numeri diffusi dal Miur parlano chiaro: 652.641 studenti delle scuole secondarie di secondo grado hanno partecipato quest’anno al percorso di formazione, rispetto ai 273.000 dei 12 mesi precedenti, con una crescita del 139%. La legge 107 del 2015 stabilisce l’obbligo di 200 ore nell’ultimo triennio dei licei e 400 nell’ultimo triennio degli istituti tecnici e professionali per un investimento pari a 100 milioni di euro. Il Ministero dell’Istruzione ha fatto partire anche il progetto “I Campioni dell’Alternanza”, che coinvolgerà un gruppo di 16 organizzazioni, tra aziende, ordini professionali e terzo settore. Tra questi: Accenture, Bosch, Consiglio Nazionale Forense, COOP, Dallara, ENI, Fondo Ambiente Italiano, FCA, General Electric, HPE, IBM, Intesa Sanpaolo, Loccioni, McDonald’s, Poste Italiane e Zara. Sono 27 mila in totale le opportunità di alternanza scuola-lavoro messe a disposizione per gli studenti e che aumenteranno nel prossimo triennio. Il Ministro Stefania Giannini ha spiegato come i numeri riferiti al primo anno di attuazione dell’obbligo di alternanza siano incoraggianti con la partecipazione del 90% degli studenti previsti.

Un progetto che rappresenta un unicum in Europa. Le scuole che hanno aderito alternanza sono cresciute dal 54% al 96%. I percorsi di alternanza attivi sono passati da 11.585 a 29.437 (+154%). Le strutture ospitanti sono state 149.795 (+41%). Gli studenti hanno praticato i percorsi di alternanza soprattutto nelle imprese (36,1%), a scuola con l’impresa simulata o svolgendo attività interne, ad esempio nelle biblioteche (12,4%), nelle Pubbliche Amministrazioni (8,5%), nel settore No Profit (7,6%) e per la restante percentuale in studi professionali, ordini, associazioni di categoria. I settori rappresentati, invece, sono: servizi, digitale, automotive, alimentare, ristorazione, finanziario, distribuzione, logistica, abbigliamento, arte e cultura, giuridico, manifatturiero, energia. Sul sito dedicato all’alternanza sono presenti le schede di singoli progetti. Entro la fine dell’anno, inoltre, il Ministero dell’Istruzione ha annunciato la Carta dei Diritti e dei Doveri degli Studenti in alternanza, mentre nelle prossime settimane sarà attivata la Cabina di Regia MIUR-Lavoro, per un maggiore coordinamento sui temi dell’alternanza e dell’apprendistato. A disposizione delle scuole c’è poi il Registro Nazionale dell’Alternanza Scuola-Lavoro. Infine, uno specifico capitolo del Piano Nazionale di Formazione Docenti è dedicato proprio all’alternanza con circa sei milioni per la formazione in tutte le scuole superiori (2.741) e il coinvolgimento di 35.000 tra dirigenti scolastici e docenti. Ora le aziende hanno anche a disposizione incentivi economici per assumere studenti che hanno effettuato percorsi di alternanza scuola-lavoro e sono già 40 i protocolli nazionali stipulati dal Miur e 70 le partnership a livello locale. Insomma, se non è una rivoluzione questa.


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