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Telemedicina, Rinaldi (Asl Bari): “Decisiva nel primo soccorso”

BARI - "Il contributo maggiore che la telemedicina può dare alla neurologia soprattutto nella fase di emergenza, per esempio nel

Pubblicato:28-09-2018 16:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:37
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BARI – “Il contributo maggiore che la telemedicina può dare alla neurologia soprattutto nella fase di emergenza, per esempio nel caso dell’ictus ci sono terapie che possono modificare la fase acuta, però sono possibili solo in alcune situazioni particolari”. E’ quanto afferma Giuseppe Rinaldi, neurologo e dirigente della Asl di Bari, nel corso del Congresso Nazionale Aisdet, a Bari.

“Avere la telemedicina, quindi la possibilità per un neurologo di intervenire a distanza colloquiando con gli specialisti del primo soccorso per prendere decisioni, è un grande contributo- spiega il neurologo- poi ci sono tutta una serie di situazioni di gestione dei pazienti con una malattia neurologica. Per un paziente che non si può spostare da casa o da un centro di riabilitazione, sapere di avere a disposizione uno specialista, magari dall’ospedale che ha gestito la fase di emergenza, aiuterebbe molto. Allo stesso modo la telemedicina può essere di grande aiuto per migliorare la qualità di vita di certi pazienti che magari per fare delle particolari terapie sono costretti a spostarsi, anche di parecchi chilometri.”

“Potremmo immaginare- conclude- che in un futuro grazie alla telemedicina certe terapie potranno essere fatte in centri più vicini con il teleconsulto dello specialista. Penso alle persone affette da polineuropatia infiammatoria cronica che per 5 giorni ogni 4-8 settimane devono sottoporsi a infusioni di immunoglobuline che durano 4-5 ore. Spesso per fare questi cicli di terapia devono lasciare casa e lavoro, e sono loro i primi a chiedere di farli in centri più vicini, magari seguiti a distanza da un medico”.


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