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Rugby vero dietro le sbarre, in palio trofeo Illumia

Domani nel carcere della Dozza di Bologna la terza edizione del Trofeo di rugby Illumia

Pubblicato:28-09-2018 14:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:37
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BOLOGNA – Una partita simbolica per dimostrare la bontà di un progetto e giocarsi una seconda possibilità grazie alla palla ovale. Per questo domani scenderanno in campo, tra le mura della Casa circondariale della Dozza, gli atleti-detenuti del Giallo Dozza, la squadra di rugby composta solo da persone dietro le sbarre. Domani pomeriggio infatti alle 14.30 si sfideranno, nella terza edizione del Trofeo di rugby Illumia, con la compagine toscana Valdisieve Rugby.

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Una partita secca “che vinceremo sicuramente”, pronostica Stefano Cavallini, presidente dell’associazione Giallo Dozza Bologna rugby, tra il serio e il faceto, perchè comunque la competizione c’è: quella di domani, rimarca, sarà “una partita di rugby vera. L’aspetto competitivo nella rieducazione dei detenuti è assolutamente importante perchè gli consente di cementare i rapporti al loro interno e fa sì che individui che stanno scontando la propria pena diventino un gruppo e una squadra. Se noi riusciamo a convincere loro che possono migliorare, ma anche la società che queste non sono persone da isolare, mettere in un angolo e dimenticarsene bensì risorse che possono essere recuperate alla vita sociale, credo che abbiamo raggiunto il nostro obiettivo”.

Nessun recidivo tra i rugbisti

Il rugby come occasione di riscatto è un progetto nato ormai quattro anni fa, quello del Giallo Dozza, una squadra che per forza di cose può giocare solo dietro le sbarre e ospitare gli avversari. Il rugby come forma di riscatto: una soluzione che pare funzionare, dato che da quando si è formata la squadra il tasso di recidiva di chi ne ha fatto parte ed esce dal carcere è pari a zero.


Il progetto si potrebbe presto estendere

“Sbagliare non è l’ultimo giudizio su di te, meglio non farlo, ma dal momento in cui succede potrebbe essere un punto di partenza per imparare”, aggiunge Marco Bernardi, presidente di Illumia, che rivendica l’origine sociale, prima che sportiva, del progetto. Un progetto fin dall’inizio proposto e sostenuto anche da Illumia, la società fornitrice di gas ed energia, che ha ospitato la conferenza stampa di presentazione dell’evento, che Matteo Carassiti, socio dell’azienda bolognese, non esita a definire “di grande interesse” e “molto coraggioso e complesso. Il fatto di essere associati a questa iniziativa ci rende molto orgogliosi”. Progetto che, tra l’altro, sta facendo scuola, perchè come afferma lo stesso Carassiti è in corso d’opera una convenzione con la Federazione italiana rugby per estenderlo sul territorio nazionale.

L’11 ottobre ‘La prima meta’

La prova che “il modello si sta rivelando vincente, tale da essere replicato in tutta Italia”. Al momento la squadra conta 30 atleti, di cui tre italiani, mentre gli altri provengono “dal Maghreb, dall’Albania, dall’Est Europa”. Inoltre, a seguito dell’iniziativa di domani alla Dozza, sempre nella sede di Illumia l’11 ottobre verrà proiettato il docufilm di Enza Negroni “La prima meta” incentrato proprio sulla vicenda del Giallo Dozza, a cui potrebbero assistere, previa disponibilità del carcere, “anche un paio di detenuti”.


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