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“Falso in atto pubblico”: la Procura chiede il processo per Virginia Raggi

Cade l'accusa di abuso d'ufficio ma resta in piedi quella di falso per le dichiarazioni di Raggi alla responsabile anti corruzione del Campidoglio

Pubblicato:28-09-2017 11:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:44

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ROMA – La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per Virginia Raggi per il reato di falso in atto pubblico, nell’ambito dell’inchiesta sulla nomina alla guida del dipartimento Turismo del Campidgolio di Renato Marra, fratello dell’ex capo del personale capitolino Raffaele Marra, già sotto processo per corruzione ed attualmente agli arresti domiciliari. Per Raggi cade invece l’accusa di abuso di ufficio perchè, scrivono i giudici, “manca l’elemento soggettivo del reato”.

Secondo il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pubblico ministero Francesco Dall’Olio, la procedura seguita per la nomina di Raffaele Marra non era corretta ma, seguendo una prassi già utilizzata dai suoi predecessori, “non è stata fatta con dolo”. Per questo, i pm hanno richiesto l’archiviazione anche per Ignazio Marino e Gianni Alemanno in merito ad altre nomine da loro effettuate.


Resta invece in piedi l’accusa di falso per le dichiarazioni di Raggi alla responsabile anti corruzione del Campidoglio, Mariarosa Turchi, alla quale aveva detto che, per la nomina di Raffaele Marra, aveva agito in totale autonomia.

 

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L’ACCUSA: FALSO IN ATTO PUBBLICO

Le indagini della procura hanno scoperto una realtà diversa da quella dichiarata dalla sindaca pentastellata. Se all’autorità anti corruzione del Campidoglio, infatti, Raggi aveva dichiarato di aver “fatto tutto da sola, ho deciso io di promuoverlo”, nel cellulare di Marra i pm hanno ritrovato una chat Telegram con un litigio tra il capo del personale capitolino e la sindaca di Roma, nella quale quest’ultima lo accusava di non averla avvertita che, grazie alla promozione, Renato Marra avrebbe ottenuto un aumento del proprio compenso.

“Raffaele, questa cosa dello stipendio mi mette in difficoltà, me lo dovevi dire”, scriveva infatti la sindaca. L’indagine per falso resta quindi in piedi, anche senza l’aggravante di aver commesso il fatto per nascondere un reato.

 

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RAGGI: “SODDISFATTA, HO RISPETTATO LA LEGGE”

Si dice “soddisfatta” Virginia Raggi che, dal suo profilo Facebook, festeggia la caduta dell’accusa di abuso d’ufficio “dopo mesi di fango mediatico su di me e sul MoVimento 5 Stelle. E sono convinta- aggiunge- che presto sarà fatta chiarezza anche sull’accusa di falso ideologico“.

“Secondo i pm di Roma- scrive la sindaca di Roma- ho rispettato la legge nella scelta del capo della segreteria politica e del dirigente al dipartimento Turismo ed è stata chiesta l’archiviazione per ambedue le ipotesi di reato. Per la Procura ho seguito tutte le norme. Non ci sarebbe mai stata alcuna promozione che non doveva essere fatta come volevano far credere Pd e destra”.

 

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