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Cibo, Rosati: “Su spreco dati impressionanti, serve un nuovo Umanesimo” /VIDEO

Partire dalle scuole per educare anche le famiglie, da Arsial tre borse di studio

Pubblicato:28-09-2016 16:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:07

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Mortadella (4)ROMA – Tre borse di studio per premiare le idee migliori, perché la lotta allo spreco del cibo deve partire dalle scuole e arrivare fino alle famiglie. Solo così, con l’educazione, l’informazione e la formazione, si potrà abbattere un fenomeno i cui numeri, ormai “impressionanti, urlano alle nostre coscienze”.

Per questo Antonio Rosati, amministratore unico di Arsial, insieme alla Regione Lazio e all’associazione Greenaccord ha promosso il convegno ‘Cibo, 146 chili di buoni motivi per tornare a dargli il giusto valore’, in corso oggi all’Aula Magna Augustinianum, a Roma. Obiettivo ultimo raccontato da Rosati all’agenzia Dire, “lanciare l’idea di un nuovo Umanesimo, riscoprendo piccoli gesti in grado di rendere le nostre vite un po’ più giuste”.

– Nel mondo, ogni anno vengono gettati 1,3 miliardi di tonnellate di cibo. Solo in Italia si arriva a 146 chili sprecati da ognuno di noi.


“Sono dati davvero impressionanti che urlano alle nostre coscienze. Dobbiamo iniziare un lungo viaggio fatto di informazione, promozione e divulgazione di tutte le pratiche che possono portare a un risparmio che andrebbe a vantaggio anche delle nostre famiglie, visto che il problema nasce anche dal modo in cui facciamo la spesa. In questi giorni escono dei dati sul grado di salute dei Paesi occidentali. L’Italia è al centro della classifica, ma ha un grande problema di obesità dei bambini, mentre ricordo che solo nel nostro Paese abbiamo 4,5 milioni di persone considerate povere. Bisogna rimboccarsi le maniche e cambiare rotta”.


– Come Arsial, quali sono le iniziative per combattere lo spreco di cibo?

Come Arsial e Regione Lazio Lazio vogliamo iniziare un percorso che passi innanzitutto per le nostre scuole che anche oggi sono presenti a questa iniziativa. Abbiamo bisogno di quelli che definisco i ‘volontari del cibo’, colore che per amore e passione ragionano intorno a questo tema per generare risparmio e acquisti consapevoli. E visto che è difficile programmare una produzione che risponda esattamente ai consumo, si deve pensare alla redistribuzione del cibo in maniera attenta a chi ne ha bisogno. Il tutto andrebbe anche a vantaggio delle famiglie italiane, perché i nostri frigoriferi spesso sono pieni di cose che poi buttiamo. Insomma, possiamo educarci a consumare i prodotti giusti, come frutta e verdura di stagione, comprare prodotti di prossimità, a enorme beneficio di tutto il Paese. Dunque, è necessario lavorare sull’educazione, l’informazione e la formazione, ma anche sulle buone pratiche. In questo senso, si deve pensare a grandi centri logistici, come il centro agroalimentare Car, ma anche l’Arsial e le parrocchie, per fare in modo che tanti volontari possano raccogliere il cibo e ridistribuirlo in maniera intelligente, magari sotto la guida del Banco alimentare che già recupera quasi 100mila quintali di derrate alimentari in Italia”.


– Tra l’altro, contro lo spreco di cibo è arrivata anche una legge nazionale.

“I primi di settembre la legge è stata approvata all’unanimità dal Parlamento. Se ne è parlato poco, ma questa legge rende tutto molto più semplice per le aziende che vogliono donare cibo. E soprattutto, tra le novità più importanti ci sono anche degli sgravi sulla Tari – e per questo dobbiamo sollecitare i Comuni a fare i regolamenti – proporzionali a quanto cibo viene donato. Un’altra cosa molto bella, la legge prevede che nei ristoranti oggi su richiesta dei clienti il ristoratore potrà offrire la famosa bag, un recipiente dove conservare il cibo avanzato e portarlo a casa o darlo a chi ne ha bisogno. Con l’assessore all’Agricoltura del Lazio, Carlo Hausmann, abbiamo pensato di lanciare un concorso di idee per realizzare la migliore confezione rivolto alle scuole. Durante il convegno abbiamo presentato tre premi che andranno a un liceo, un istituto Alberghiero e uno Agrario. Premieremo le migliori pratiche che possano aiutarci a risparmiare cibo, ma anche le migliori idee per la promozione di questa campagna e, infine, anche per la sua divulgazione. Sono convinto che per la scuola passi questa grande offensiva democratica del cibo”.

– L’Arsial è l’agenzia regionale per lo sviluppo dell’innovazione e delle agricoltura. Che cosa vi ha spinto a promuovere questa iniziativa contro lo spreco di cibo?

“Noi ci occupiamo di cibo e di agricoltura, e in questo senso ho già potuto vedere una disponibilità della grande distribuzione e degli agricoltori. E siccome intorno al cibo si fonda una delle nostre identità culturali, da qui dobbiamo prendere la strada di uno sviluppo armonico della società, perché tendere una mano a chi è meno fortunato è possibile, così come si può consumare in modo più intelligente. Ma soprattutto, bisogna tendere all’idea di un nuovo Umanesimo: si tratta di riscoprire piccoli gesti di gratuità che rendano le nostre vite un po’ più giuste”.

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