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Sicurezza stradale, ogni 15 giorni muore 1 bambino

Solo il 47% degli italiani allaccia i minori in auto

Pubblicato:28-07-2018 11:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:24

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ROMA –  “Ogni giorno in Italia muoiono 9 persone e se ne feriscono 700. Di queste, il 10% resta per sempre leso. Una famiglia su 5 non sa di cosa stiamo parlando, eppure è forte il riflesso sulla popolazione 0-14: un bimbo muore ogni 15 giorni e 25 bambini restano feriti ogni giorno“. Lo dice Giovanni Busacca, direttore del Servizio Polizia stradale del ministero dell’Interno, prendendo la parola alla conferenza stampa di presentazione della campagna di sensibilizzazione ‘Bimbi in auto: vision zero’, promossa dai ministeri della Salute, dei Trasporti, degli Interni e dalle societa’ scientifiche e culturali dei pediatri.

175 mila gli incidenti stradali nel 2017, crescono i morti

Gli ultimi dati Istat evidenziano l’emergenza: 175 mila gli incidenti stradali nel 2017. Nella popolazione generale i morti tornano a crescere con 3.378 vittime, mente i feriti gravi sono 17.300. Per quanto riguarda i minori, sono deceduti 25 bambini nel 2017 e 8.400 i piccoli feriti nella fascia 0-14. Il piano nazionale ‘Orizzonte 2020’ per la sicurezza stradale persegue l’obiettivo fissato dalll’Oms di ridurre a zero i bambini che muoiono a causa degli incidenti stradali. “Siamo passati da 70 nel 2010 a 43 bambini morti nel 2017”, precisa Valentino Iurato del ministero dei Trasporti, Direzione generale Sicurezza stradale.

Le regole da seguire in auto

“Secondo l’articolo 172 del codice la prima regola è assicurarsi, in base al peso e all’altezza (fino ai 150 centimetri) del bambino, quale sia il seggiolino più adatto. Si può dedurre dall’etichetta di omologazione affissa sui seggiolini. Alcuni studi affermano che non assicurare il bambino con le cinture comporta un aumento di ferite gravi e mortali del 70-80%. Infine- prosegue Iurato- l’abitudine da far perdere agli adulti è quella di tenere i bambini in braccio, perché in caso di frenata non si riesce a trattenerli. È un’illusione”. Il ministero dei Trasporti ha messo sotto controllo la percentuale di uso di questi seggiolini sul territorio. “A livello nazionale solo il 47% delle persone allaccia i bambini. Al Nord siamo al 60%, al Centro al 50% e al Sud al 17%“, conclude Iurato. A livello statistico ed epidemiologico nel mondo sono “oltre 1.240.000 all’anno le persone che decedono per cause dovute al politrauma per motivi stradali. In Italia sono 3.800 le persone che muoiono con una percentuale importante dell’1,4% di bambini 0-9 anni. In assoluto- fa sapere Claudio D’Amario, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute- dai 15 ai 35 anni la mortalità successiva agli incidenti stradale rappresenta la prima causa di morte per questa età. Una problematica di salute per la quale il ministero non poteva non cercare di coordinarla attraverso un tavolo interistituzionale e multisettoriale, ribadendo gli obiettivi della prevenzione nazionale in particolare sugli stili di vita delle persone. Il bambino viaggia sempre a bordo con gli adulti e dobbiamo continuare ad informare la popolazione adulta, genitoriale e paragenitoriale (nonni e tutte le persone che collaborano alla gestione dei bambini a livello familiare)”.
D’Amario suggerisce il “non uso delle sostanze di abuso e un corretto utilizzo e rispetto della guida per chi segue, per motivi terapeutici, una terapia con gli psicofarmaci. Attenzione alla stanchezza e alla corretta applicazione dei dispositivi per la sicurezza dei bambini”. Questa campagna ha permesso anche un momento di verifica dei dati statistici relativi al sistema di emergenza e urgenza dei livelli regionali. “Ci sono differenze di mortalità tra il Nord e il Sud e cerchiamo di capire il perché. Le percentuali si attestano all’1-2 per cento. Abbiamo avuto un trend di crescita dal 2013 al 2016 con la punta massima di percentuali tra feriti gravi e mortalità che è arrivata a circa il 5.3%. Adesso- conclude D’Amario- siamo in leggera discesa, ma abbiamo una maggiore mortalità nel Sud e nelle isole”.


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