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Lavoro, Fipe: “Bisogna avvicinare la domanda e l’offerta” VIDEO

Mancano cuochi, camerieri e baristi: candidati pochi o inadeguati

Pubblicato:28-06-2017 10:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:28

cuochi
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ROMA – Favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro in un mercato flessibile e  dinamico.

L’auspicio arriva dalla Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi, che oggi ha promosso un incontro sul tema, dal titolo ‘Politiche Attive: dalle parole ai fatti. Attori, strumenti e forme di collaborazione’ dedicato agli interventi diretti di carattere pubblico volti a promuovere l’occupazione e l’inserimento o il reinserimento lavorativo.

All’incontro hanno partecipato Aldo Mario Cursano Vice Presidente Vicario – FIPE, Fabio Spada, presidente FIPE Roma, Jole Vernola Direttore Centrale per le Politiche del Lavoro e Welfare di Confcommercio – Imprese per l’Italia e Presidente CIV ANPAL, Domenico Bova Responsabile del Progetto ‘S.P.A. – Sperimentazioni di Politiche Attive (Botteghe)’ di ANPAL Servizi S.p.A. e Responsabile della Direzione Transizione scuola lavoro, Marco Noccioli Direttore Direzione Regionale Lavoro – Regione Lazio, Luca Macario Responsabile Comunicazione e Ufficio stampa Cremonini S.p.A. e Maurizio Piccinetti Presidente Per.Formare, coordinati da Silvio Moretti Direttore Servizi Sindacale e Formazione di FIPE, che hanno condiviso opinioni, esperienze e buone prassi per provare a definire le linee guida di orientamento per rispondere alle esigenze del settore della ristorazione e favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.


Il dibattito ha preso il via dall’esperienza di Botteghe di Mestiere e dell’Innovazione, l’iniziativa che, lanciata da ANPAL Servizi e promossa anche da Fipe, da aprile 2015 a marzo 2017 ha dato la possibilità in tutta Italia a 1.821 ragazzi tra i 18 e i 35 anni di effettuare un tirocinio presso 183 botteghe attivate su tutto il territorio nazionale. 1.782 tirocini si sono definitivamente avviati e conclusi mentre il 30% ha portato ad un’offerta di lavoro.

L’obiettivo principale dell’iniziativa è stato di ridurre la difficoltà dei giovani a entrare nel mercato del lavoro e, ancora di più, la difficoltà di chi perde il lavoro a ricollocarsi: fattore questo che genera spesso fenomeni di disoccupazione di lunga durata.

Nel Lazio, invece, i tirocini gestiti ed avviati sono stati 31, dei quali 22 si sono conclusi (il 30% di questi ha portato ad un’offerta di lavoro). Tutte le realtà presenti hanno puntualizzato come le politiche attive per il lavoro siano una leva fondamentale per sostenere un mercato del lavoro sempre più flessibile e dinamico e, soprattutto, per ridurre la disoccupazione e, in particolare, la disoccupazione giovanile.

A rendere più difficile l’ingresso nel settore è, soprattutto, la distanza tra domanda e offerta di lavoro: secondo i dati di Fipe, infatti, nel 2016 le aziende del settore hanno avuto difficoltà a reperire cuochi, camerieri e baristi soprattutto a causa della carenza di candidati (31,5%) e delle loro inadeguate competenze professionali (68,5%).

Proprio quest’aspetto, oltre ad alcune carenze croniche del settore, è stato puntualizzato nel corso dell’incontro da Aldo Mario Cursano, Vice Presidente Vicario Fipe. “Botteghe di Mestiere e dell’Innovazione rappresenta un’eccezione positiva nel panorama delle politiche attive nel settore della ristorazione – lo dimostra la percentuale dei tirocini che hanno portato ad un’offerta di lavoro. Generalmente le politiche attive nel nostro settore devono fare i conti con un contesto di tradizionali debolezze, come la modesta dimensione delle imprese, la stagionalità accentuata e l’isolamento che annulla gli effetti positivi connessi con la possibilità di fare parte di una rete di erogazione del servizio. I progetti ben strutturati come questo che Fipe ha supportato dimostrano come il ‘passaparola’ non possa più essere un mezzo efficiente per la ricerca di lavoro: occorre sostenere le transizioni all’interno del mercato del lavoro attraverso una conoscenza più diretta dell’offerta delle imprese e delle sue trasformazioni”.

Durante l’incontro è stato inoltre sottolineato come le politiche attive debbano rappresentare un mix di passato e futuro, come fatto ad esempio in occasione dell’iniziativa “Botteghe di Mestiere e dell’Innovazione”: il passato rappresentato dalla bottega, ovvero il luogo in cui il giovane apprendeva le nozioni teoriche, ma mettendole in pratica nell’immediato, e il futuro rappresentato invece dallo sviluppo tecnologico e dalla nascita di figure professionali sempre nuove che implicano l’abbandono dell’idea di azienda come sistema chiuso a vantaggio di uno aperto al territorio in cui si colloca, in un continuo scambio di informazioni.

BOVA (ANPAL): RICADUTE OCCUPAZIONALI SETTORE RISTORAZIONE

Il settore della ristorazione “può portare ricadute occupazionali” e “porta i giovani ad avvicinarsi al mondo del lavoro”. Lo ha detto Domenico Bova, Responsabile del Progetto ‘S.P.A. – Sperimentazioni di Politiche Attive (Botteghe)’ di Anpal Servizi S.p.A.


Il dibattito ha preso il via dall’esperienza di Botteghe di Mestiere e dell’Innovazione, l’iniziativa lanciata da Anpal Servizi e promossa anche da Fipe. “Botteghe di mestiere è una iniziativa che porta i giovani ad avvicinarsi al mondo del lavoro con una esperienza di sei mesi- ha detto Bova- Il settore della ristorazione e dell’enogastronomia in genere hanno sicuramente segnato in questa edizione del nostro intervento valori altissimi dal punto di vista quantitativo. Circa il 50% dei progetti che abbiamo realizzato tra i 182 in tutta Italia sono legati al settore della ristorazione, dell’enogastronomia, e dell’agroalimentare. È un settore in crescita, puo’ produrre ricadute occupazionali importanti, che affascina i giovani ma devono capire, per come si svolge, che li allontana dai loro orientamenti in termini di vacanza, di attività di riposo. Lavorare nel settore della ristorazione significa lavorare nel periodo estivo, durante le giornate festive. I giovani che ci credono, che investono, che trovano imprenditori capaci di trasmettere loro il sapere e il sapore di questo mestiere, sicuramente ne rimangono affascinati, rimangono in azienda e imparano il mestiere”.

Da un punto vista turistico, spiega invece Aldo Mario Cursano, “si preannuncia una stagione record. C’è grande componente che sta portando vitalità nel mondo che rappresento dei pubblici esercizi, anche della componente turistica internazionale, che vede l’Italia come luogo sicuro dove trascorrere una vacanza con i propri cari. Si parla di un aumento di presenze nelle citta d’arte del 5% ma arriviamo anche al 9-10% di aumento presenze”.

SPADA (FIPE ROMA): IMPIEGO IN RISTORAZIONE NON AMBITO DA ROMANI

Quello della ristorazione è un settore del mondo del lavoro “non più ambito dai romani”. La considerazione arriva da Fabio Spada, presidente Fipe di Roma.


Spada ha ricordato che se oggi “la richiesta di lavoro avviene in ambiti più semplici”, una volta “era un susseguirsi di curriculum che arrivavano” e di lavori “pre-estivi per poter andare in vacanza. Avevamo un bacino di persone che facevano questo con impegno e seriamente”. Un impegno, un interesse, in “che oggi non c’è più, in cui è richiesta presenza, impegno, una puntualità di orario”.

Anche solo vietare di fumare durante l’orario lavorativo “è una richiesta impossibile, si viene tacciati di eccessivo rigore”. Oggi il cameriere “è visto solo come servitore, si è perso quell’alone di bellezza di questo lavoro, in cui parlavi con le persone, in cui il cliente veniva da te per rilassarsi. Cameriere ormai si sente uno che porta i piatti”.

I romani e la ristorazione, un ‘amore’ che non c’è più: “C’è sicuramente un calo di interesse. Non è un lavoro ambito dai romani”.

di Adriano Gasperetti, giornalista professionista

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