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Erasmo D’Angelis (Ispra): “Mappato solo il 30% delle gallerie sotterranee di Roma”

Sopralluogo al Celio con Ispra

Pubblicato:28-05-2018 14:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:56
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ROMA – “Secondo i dati Ispra, solo il 30% delle gallerie sotterranee di Roma sono state finora mappate”. Cosi’ Erasmo D’Angelis, responsabile della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, nel corso di un sopralluogo con l’Ispra nelle cavita’ sotterranee del Celio a Roma. “Queste cavita’ furono utilizzate per ricavare materiali per il tempo di Claudio”, ha detto il geologo dell’Ispra, Stefania Nisio. Presenti anche i tecnici del Distretto Autorita’ di Bacino del Tevere guidati dall’ingegner Carlo Ferranti.


I recenti continui fenomeni di sprofondamento e voragini con collassi stradali e l’instabilita’ di edifici in diversi quartieri della Capitale mostrano un livello di fragilita’ del suolo e del sottosuolo elevato e da non sottovalutare, richiedono interventi urgenti sia di controllo con le tecniche piu’ avanzate, sia di consolidamento e messa in sicurezza”. Conclude Erasmo D’Angelis, segretario generale dell’Autorita’ di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale.


ROMA, ISPRA: SOTTOSUOLO PARTE OVEST PIÙ SICURO, A EST TANTI LABIRINTI

Roma ovest e’ la parte piu’ sicura della Capitale dal punto di vista del sottosuolo e quindi del dissesto idrogeologico. Lo ha rivelato l’Ispra, attraverso il geologo Stefania Nisio che, al termine dell’ispezione di una cavita’ posta sotto il colle del Celio (a cui ha partecipato anche il segretario generale dell’Autorita’ di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, Erasmo D’Angelis), ha illustrato la carta delle cavita’ sotterranee di Roma relativa al 2017 “realizzata da Ispra, in collaborazione con i dipartimenti Roma Capitale, il Cnr e le Associazioni speleologiche romane. La parte piu interessata dalle cavita’ sotterranee e’ Roma Est- ha spiegato- Dove vediamo tutti questi puntini neri sono gli effettivi labirinti di cavita’ sotterranee che siamo riusciti a mappare. Quindi le zone Prenestina, Tuscolana, Tor Fiscale, il Quadraro, Tiburtino, che erano zone di cava e dove l’estensione dei labirinti e’ molto massiccia”. La geologa ha quindi evidenziato che “la Roma occidentale e’ e’ piu sicura per una questione geologica, perche’ a oriente affiorano i tufi, che sono quelli maggiormente utilizzati come materiali da costruzione, mentre a occidente i terreni sotto la citta’ sono sabbie, ghiaie e argille che non interessavano questa attivita’ estrattiva, ad esclusione dei quartieri Monteverde e Portuense dove abbiamo molte cave e quindi molti labirinti”. Il lavoro sulla Roma sotterranea non si ferma qui “Stiamo andando avanti come Ispra- ha aggiunto Stefania Nisio- e siamo gia’ attivati a fare una nuova carta dove abbiamo nuove informazioni”.

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