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Al Mercato di mezzo arriva la pizza patrimonio Unesco

BOLOGNA - La pizza del campione del mondo

Pubblicato:28-04-2016 15:58
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:39

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BOLOGNA – La pizza del campione del mondo Davide Civitiello, lavorata con un procedimento candidato a diventare patrimonio Unesco è arrivata a Bologna. E sposa il Lambrusco Rossomodna, invece della birra. Inaugura oggi, con una degustazione gratuita (dalle 19 alle 21) al primo piano del Mercato di mezzo, la nuova pizzeria gestita direttamente da Rossopomodoro. Che propone, appunto, una pizza fatta con la farina Caputo numero uno e non la 00, lievitata 24 ore per essere più digeribile e, soprattutto, realizzata con un procedimento candidato a diventare patrimonio Unesco. Un’arte tradizionale che, peraltro, verrà insegnata dal pizzaiolo campione del mondo con una serie di lezioni pomeridiane da domani al 4 maggio (iscrizioni al ristorante).

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Davide Civitiello

Sotto le mani dei pizzaioli passano prodotti italiani e artigianali, sottolinea il presidente di Sebeto (Rossopomodoro), Franco Manna, “perché questi sono i valori che promuoviamo, mentre, in Italia, due terzi delle pizze sono fatte con prodotti esteri”. Rossopomodoro al Mercato di mezzo prende dunque il posto del punto ristoro di Eataly, che, tra l’altro, sta cambiando anche nella vicina sede dell’Ambasciatori, spiega stamane alla presentazione l’amministratore delegato di Fico Eatalyworld, Tiziana Primori. Lì, dopo il cambiamento del bar, si stanno riorganizzando i ristoranti del primo e secondo piano puntando a cambiare i piatti aumentando quelli vegetariani. Quanto a Rossopomodoro, che a Bologna già aveva fatto la sua comparsa, con diversi problemi, in via Altabella, il presidente di Sebeto spa precisa che stavolta non si tratta di un franchising (al quale, poi, fu tolto il marchio) ma di un ristorante gestito direttamente dalla società.


pizza_rossopomodoro4Con l’arrivo di Rossopomodoro, commenta stamane Primori, si insedia “un’azienda che porta professionalità e amore per la tradizione e i prodotti italiani, questo luogo è insomma un punto di riferimento per Bologna città del cibo“. Accanto a piccole imprese ce n’è una “che dimostra che si può essere grandi e buoni”. Per il direttore generale di Ascom, Giancarlo Tonelli, con questa operazione “non solo “si fa capire quanto sia importante il gioco di squadra”, ma si conferma che “Bologna è capitale della buona cucina”. La città del cibo, aggiunge l’assessore comunale al Marketing Matteo Lepore, “deve offrire cibo di qualità” e “noi, infatti, stiamo cercando di lanciare da qui una piattaforma internazionale sul made in Italy, un modello per le altre città”.

di Angela Sannai, giornalista professionista

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