Man mano che ci si avvicina alle elezioni europee cresce il clima di scontro tra Lega e M5S, alleati di Governo. Il M5S, comunque, ha già cambiato strategia, usando toni più aggressivi e distinguo nei confronti della Lega, accusata non solo di mettere in ombra l’alleato ma di inserire ‘polpette’ avvelenate nei provvedimenti che man mano arrivano al voto. Si è visto anche oggi, nell’aula di Montecitorio, dove si sta votando la legge contro la violenza sulle donne che inasprisce le pene e prevede una serie di misure di difesa anche per chi a scopo ricattatorio o vendetta mette in rete immagini intime (cosiddetto revenge porn).
Lega e M5S, in un primo momento, hanno fatto blocco contro un emendamento presentato dalle opposizioni di sinistra per inasprire le pene contro il revenge porn, per dimostrare che l’alleanza di Governo tiene e si approva da sola le sue leggi. Ma non era quello il punto del contendere. La Lega, zitta zitta, ha presentato un emendamento che introduce la castrazione chimica per i violentatori. Una misura che il M5S non vuole e che, se venisse messa ai voti, potrebbe mettere in crisi l’alleanza.
Per questo è subito partita la trattativa con gli alleati, per convincerli a ritirare la castrazione e trovare un accordo sul revenge porn. Ma siamo in campagna elettorale, e la castrazione chimica è da sempre un cavallo di battaglia della Lega. E sul corpo delle donne infuria la battaglia dei sovranisti.
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