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Memoria, Serracchiani alla Risiera di San Sabba: “Istituzioni fermino pericolosa deriva”

Altolà della presidente del Friuli Venezia Giulia verso chi raccoglie e fa propria l’eredità insanguinata del nazifascismo e del razzismo

Pubblicato:28-01-2018 15:03
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:24
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serracchiani
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TRIESTE – “Nell’ottantesimo anniversario dell’introduzione delle leggi razziali nell’Italia fascista, assume sicuramente un particolare significato il fatto che tutte le istituzioni si ritrovino nella Risiera di San Sabba, allacciate e determinate nel confermare l’adesione ai supremi principi della Costituzione repubblicana, che all’articolo 2 ‘riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità’”. Lo ha detto la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, intervenendo oggi a Trieste alla cerimonia solenne per la Giornata della Memoria, che si è tenuta di domenica per permettere la partecipazione della Comunità ebraica, alla Risiera di San Sabba, unico lager nazista sul territorio italiano.

“Ogni ideologia totalitaria- ha continuato Serracchiani- ha in sé l’esigenza insopprimibile di omologare e appiattire il corpo sociale, escludendo o sopprimendo chi, per un motivo qualsiasi, sembri turbare l’ordine astratto concepito dagli architetti del potere. Ma il nazionalsocialsmo portò all’estremo limite l’elaborazione del suo progetto di dominio, in cui un intero popolo è divenuto indegno di essere considerato umano: gli ebrei erano sub-umani, e infine non-uomini, solo cose. Questo precisamente è l’unicum della storia che rende la Shoah qualcosa di inconcepibile”.

Per Serracchiani “è proprio per questo che dobbiamo essere qui, ancora e ancora, implacabilmente a ricordare, a fissare questo muro di mattoni ricostruendo nella nostra mente il forno che ingoiava i cadaveri delle vittime”. Dopo aver ricordato che vittime furono anche quanti fossero considerati “diversi”, come zingari, omosessuali, slavi, oppositori politici, disabili, Serracchiani ha invitato a “interrogarsi seriamente su cosa si muova dentro le persone che, dopo il genocidio degli ebrei, dopo una strage di innocenti come quella compiuta dai nazisti e dai loro solerti collaboratori, oggi si radunano e letteralmente levano inni alla razza pura. Vogliamo capire cosa ha guidato la mano degli infami che deturpano le targhe in memoria dell’Olocausto o che insozzano le pietre d’inciampo, com’è accaduto l’altro giorno a Livorno e a Milano”.


“Continuano a serpeggiare tra di noi individui che – ha indicato la presidente della Regione – consapevolmente raccolgono e fanno propria l’eredità insanguinata del nazifascismo, altri che esprimono comportamenti antisemiti o razzisti, e altri ancora che dimostrano acquiescenza o indifferenza di fronte a chi pratica o proclama l’intolleranza. Questo è un problema autentico e pressante, del quale le istituzioni devono farsi carico pienamente, assieme a tutti i presìdi della sicurezza e della formazione. Perché il rischio è una progressiva deriva, un arretramento forse lento ma costante dei confini di ciò che è accettabile moralmente, socialmente e – ha sottolineato – temo anche politicamente”.

“Di fronte a certi fenomeni aggressivi, le istituzioni non sono neutre né terze: sono a tutti gli effetti le custodi severe dei principi di libertà, democrazia, uguaglianza e tolleranza che fondano la Repubblica e che incisi nella Costituzione- ha conclusola presidente del Friuli Venezia Giulia- devono fare scudo a ogni minaccia”.

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