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Silenzio visivo e vuoti, così 4 artisti bolognesi rispondono al ‘brusio’ di Arte fiera

BOLOGNA - Mostre su mostre da tutte le parti, commenti a destra e sinistra: nei giorni di Arte

Pubblicato:28-01-2016 14:53
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:51

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BOLOGNA – Mostre su mostre da tutte le parti, commenti a destra e sinistra: nei giorni di Arte Fiera, si sa, Bologna tende a essere caratterizzata da un vero e proprio bombardamento di immagini e da un’atmosfera come dire ‘rumorosa’. Quattro giovani, borsisti alla Fondazione Collegio Artistico Venturoli, hanno deciso di distinguersi, e di rispondere a questa consueta “profusione di immagini” con qualcosa che loro definiscono “silenzio visivo“. Si chiamano Barbara Baroncini, Irene Fenara, Simona Paladino e Davide Trabucco e con il loro progetto non fanno altro che nascondere alla vista il Collegio Venturoli che li ospita, lasciando i visitatori immersi in un nulla. O in un silenzio appunto.Il progetto (l’inaugurazione della mostra è domani pomeriggio alle 16 in via Centotrecento 4) si intitola “Il silenzio dopo” e si concentra sullo spazio architettonico, quello appunto del Collegio Venturoli, per cercare di ‘nasconderlo’ agli occhi dei visitatori.

Collegio VenturoliL’idea di fondo che anima i quattro giovani bolognesi infatti è questa: vedere come reagiscono gli spettatori di fronte alla “assenza” dello spazio architettonico seicentesco che sono abituati a trovarsi intorno quando vanno a visitare una mostra al Collegio Venturoli. In pratica, i quattro giovani artisti hanno lavorato per “ostacolare la visione” della struttura, ricorrendo a strategie di “accecamento” o “distrazione”. Lo spettatore, dunque, si trova di fronte a vuoti e lacune che deve scegliere da solo come riempire. Per dirla con le parole del curatore della mostra Massimo Marchetti, “all’offerta di un antico Bello si sostituisce un occultamento e all’eloquenza delle arti maggiori una censura: quello che resta è una serie di lacune, di spazi concessi a un restauro esclusivamente mentale che può scegliere se scavare nel ricordo o proiettare un’idea di preziosità”.

Locandina


Di fatto, in questo modo si mette in risalto “la distanza profonda” tra la tradizione (rappresentata dalla struttura architettonica del Collegio che fa da contenitore) e la novità della ricerca artistica (a sfondo contemporaneo) che caratterizza i progetti che da anni trovano spazio all’interno del palazzo. E soppesando il rispetto per la tradizione e la via della ricerca, si fa strada “l’opportunità per un ripensamento dello spazio di lavoro”.

La mostra inaugura venerdì 29 alle 16 e resterà aperta fino a domenica con orario 16-21 (ad eccezione di sabato sera quando il Collegio Venturoli sarà aperto fino a mezzanotte). E’ consigliata la visita in orario serale perchè col buio l’installazione artistica è di maggior effetto.

di Marcella Piretti, giornalista professionista

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