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E’ morto Alessandro Leogrande: tra migranti e caporalato, un giornalista “in difesa degli ultimi”

Tanti i premi giornalistici vinti da Alessandro Leogrande, che si era ormai affermato come uno dei più profondi narratori del mondo contemporaneo.

Pubblicato:27-11-2017 15:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:56

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ROMA –  E’ morto per un malore improvviso, a soli 40 anni, il giornalista e scrittore tarantino Alessandro Leogrande. Già vicedirettore della rivista ‘Lo Straniero’, collaborava con Radio 3 e col Corriere del Mezzogiorno, oltre che per riviste come Internazionale e Minima&moralia.

Migranti, caporalato e nuove mafie erano il suo terreno, il campo di battaglia al quale ha dedicato una vita “in difesa degli ultimi e dei ferocemente sfruttati nei più diversi contesti”, come ricorda il padre in un post su facebook: “Alessandro, per me, era bellissimo. Alessandro era la Gioia, che entrando in casa, ci coinvolgeva e travolgeva, roboante e trascinante; ma era anche il lavoro fatto bene, analitico e profondo; tutto alla ricerca della verità; ed era anche la denuncia; fatta con lo stile dell’annuncio, che, nonostante tutto, un mondo migliore, è ancora possibile”.


Tanti i premi giornalistici vinti da Leogrande, che si era ormai affermato come uno dei più profondi narratori del mond0 contemporaneo. Vincitore nel 2012 e nel 2016 del Premio giornalistico/letterario per la cultura del mare Carlo Marincovich, è stato premiato con il Premio Ryszard Kapuściński e il Premio Paolo Volponi per il suo libro Il naufragio. Morte nel Mediterraneo (Feltrinelli). In questo libro, Leogrande aveva raccontato il naufragio della Kater i Rades, la motovedetta albanese carica di profughi avvenuto il 28 marzo 1997 nel canale d’Otranto.

“Addio amico mio, addio anima che aveva il coraggio della bontà e dell’indignazione. Questo mondo di merda l’hai davvero cambiato, perché con le parole hai agito sui tuoi lettori e su chi, come me, ti ha ascoltato, letto e voluto bene”, scrive Roberto Saviano su twitter, mentre la redazione di Minimumfax lo ricorda come “una delle persone migliori incontrate nel nostro cammino”. “Un amico dolcissimo, un narratore del presente, un intellettuale critico”, scrive invece il senatore dem Luigi Manconi, che consiglia: “Leggete i suoi libri: vi faranno bene”.

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