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Emiliano: “Uscita di Grasso dal Pd è un colpo durissimo”

E su Verdini: 'Si inserisce nelle istituzioni per fare i propri interessi, ma riesce a concertare con Renzi tutte le mosse del partito molto più di noi'

Pubblicato:27-10-2017 11:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:50

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emilianoROMA – “Con dolore grandissimo ho accolto la notizia di Grasso. Grasso è una delle poche figure, insieme al presidente della Repubblica, che ancora mi colpiscono al cuore e mi danno un’idea del Paese nella quale ho sempre creduto. Il fatto che Piero vada via dal Pd è un colpo durissimo per me“. Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia e leader di Fronte Democratico (Pd), lo dice su La7.

“Lui è l’unico sopravvissuto di un’epoca terribile, un uomo straordinario. Potete immaginare cosa è successo nelle ore successive alla strage di Capaci e poi di nuovo quando uccisero Borsellino: avevano ucciso i migliori di noi e lui fu uno di quelli che fece coraggio a tutti e ci mise nelle condizioni di riprendere il cammino, eravamo giovanissimi magistrati- dice Emiliano- Ancora quest’estate sono stato con lui a presentare il libro che racconta la sua storia. La sua storia per me è il Pd. Se qualcuno mette delle condizioni per le quali un uomo così deve andare via mi viene un totale scoramento”.

VERDINI IN ISTITUZIONI PER PROPRI INTERESSI

“Avrei dovuto lavorare alla preparazione della conferenza programmatica- continua Emiliano- ma non c’è stata mai la possibilità di riunire questo gruppo con il segretario. Quindi la conferenza programmatica di domani, come le Direzioni e gli altri momenti del partito, è tecnicamente un salto nel buio”.


“Noi- dice ancora il presidente della Puglia- non abbiamo la minima idea di quale sarà la sintesi che il segretario farà domenica e fare politica cosi è difficile. Mentre vedo che Verdini ed altri riescono a concertare con il segretario del Pd tutte le mosse del partito molto più di quanto possiamo fare noi. Verdini è semplicemente l’esponente di un gruppo che si inserisce nelle istituzioni per fare i propri interessi politici, servendo ora questo, ora quell’altro, perché ha una propria visione del Paese”.

Verdini ha confessato di averla scritta lui la legge elettorale. Mi chiedo- dice ancora Emiliano- come faremo la campagna elettorale. Indicheremo un premier? Dei punti programmatici? L’identità politica del Pd come la ricaviamo dentro un sistema elettorale che non consente ai cittadini di scegliere né le persone né i programmi? Con l’Italicum sapevi con chiarezza chi era il capo di coalizione. Ora non solo non scegli i deputati ma neanche la leadership. È obiettivamente una situazione disastrosa che rischiamo di pagare elettoralmente”.

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