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Bimba di 8 mesi inala pezzetto peperoncino, salvata a Parma dalla dottoressa dei record

[caption id="attachment_136277" align="alignleft" width="300"] Maria Majori[/caption] PARMA - Mentre gattonava in

Pubblicato:27-07-2017 17:02
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:34

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Maria Majori

PARMA – Mentre gattonava in giro per casa, ha trovato un pezzettino di peperoncino e se lo è infilato nel naso. Poche ore dopo è finita in ospedale dove fortunatamente si è salvata grazie a un delicato intervento salvavita praticato dai medici dell’ospedale Maggiore di Parma. La piccola che ha rischiato la vita si chiama Inaaya, ha otto mesi e vive in provincia di Reggio Emilia: il frammento di peperoncino che aveva inalato era di appena 12 millimetri, ma poteva essere fatale per le sue vie respiratorie. Ieri la piccola è stata traferita d’urgenza a Parma dopo che gli esami diagnostici eseguiti nell’ospedale reggiano hanno mostrato una notevole espansione del polmone sinistro, evidente segno di gravi difficoltà respiratorie.

“E’ IL PRIMO INTERVENTO SU UNA BIMBA COSI’ PICCOLA”

“È il primo intervento che eseguiamo su una bimba di questa età, delicatissimo e molto complicato- spiega Maria Majori, pneumologo interventista dell’Unità operativa di Pneumologia ed Endoscopia toracica dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma- perché le vie aeree di un paziente di otto mesi sono estremamente ridotte, circa cinque millimetri di calibro, e gli strumenti da usare sono quindi di piccole dimensione”. E’ la stessa dottoressa protagonista in marzo del record di tre bimbi a cui ha salvato la vita, per lo stesso problema, in 24 ore, tra i 10 mesi e i due anni.

“INTERVENTO DELICATISSIMO”

In questi casi “bisogna intervenire con la massima precisione per recuperare i corpi estranei e non causare nessun trauma al paziente“, prosegue il medico, spiegando che la piccola Inaaya è stata operata “con una procedura estremamente complessa, la broncoscopia rigida, utilizzando strumenti che dovevano essere in grado sia di far ventilare la pazienta sia di permetterci di effettuare la procedura di estrazione”. Insieme a Majori sono intervenuti in sala operatoria Federico Buzzi, Emanuele Sani e Daniele Barantani, medici della 1° Anestesia e Rianimazione, Matteo Pagani, medico della Pneumologia ed Endoscopia toracica, il personale Infermieristico del Servizio di Endoscopia toracica e il personale di sala dell’Otorinolaringoiatria-Otoneurochirurgia.


La struttura di Pneumologia ed Endoscopia toracica dell’ospedale di Parma, diretta da Angelo Giani Casalini, con oltre 90 interventi eseguiti negli ultimi trent’anni, vanta una delle più ampie casistiche in Italia su questo tipo di interventi e si conferma centro di riferimento per un vasto bacino d’utenza. L’impresa di Majori del marzo scorso, con i tre interventi in 24 ore su bimbi di età compresa tra i 10 mesi e i due anni sono stati presentati all’ultimo congresso nazionale dell’Associazione italiana pneumologhi ospedalieri (Aipo), a giugno, dove la dottoressa ha spiegato la tecnica e le manovre di estrazione.

L’ETA’ PIU’ A RISCHIO E’ FRA 1 e 3 ANNI

L’età maggiormente a rischio per l’inalazione di un corpo estraneo è proprio quella fra il primo e il terzo anno di vita, con un picco di incidenza nel secondo anno. Fattori predisponenti sono la dentizione ancora incompleta, la curiosità verso il mondo esterno che porta il bimbo a introdurre oggetti in bocca, la sua tendenza a compiere movimenti con cibo in bocca. Spesso si tratta di cibo e i ‘nemici’ più pericolosi sono arachidi, noci, semi che, oltre a costituire di per sé un ostacolo meccanico alla ventilazione, possono aumentare di volume a contatto con le secrezioni bronchiali e quindi far precipitare il quadro, o ancora possono rilasciare sostanze irritanti sulla mucosa bronchiale con conseguente reazione che ne renderà più difficile l’estrazione.

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