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Gli effetti della crisi: dal 2007 persi in Italia 932.000 posti di lavoro

Lo fa sapere l'ufficio studi della Cgia di Mestre

Pubblicato:27-07-2015 15:44
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:28

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lavoro“Dal 2007 al primo trimestre del 2015, in Italia si sono persi 932.000 posti di lavoro”. Sono drammatici i numeri che raccontano la disoccupazione nel nostro Paese negli ultimi anni, secondo l’ufficio studi della Cgia di Mestre.

In particolare la Cgila spiega come “in termini assoluti le regioni più colpite sono state quelle del Sud: in Sicilia gli occupati sono diminuiti di 168.000 unità, in Campania di 129.000 e in Puglia di 100.000. In tutte le regioni meridionali il calo occupazionale ha interessato 580.000 lavoratori (pari al 62,2 per cento del totale). Tra le realtà territoriali del Nord, invece, spicca il dato negativo del Veneto: sempre tra il 2007 e i primi 3 mesi di quest’anno, in questa regione gli occupati sono scesi di ben 113.000 unità. Tra tutte le realtà territoriali analizzate, le uniche che hanno incrementato l’occupazione sono state il Trentino Alto Adige (+11.000 occupati) e il Lazio (+88.000)”.

Paolo Zabeo della Cgia ha commentato: “I settori che hanno subito i contraccolpi più negativi sono stati l’edilizia, il manifatturiero e il piccolo commercio che più degli altri hanno subito gli effetti negativi dovuti al calo della domanda interna e alla contrazione degli impieghi bancari”.


Nel giorno dell’annuncio della perdita di quasi un milione di posti di lavoro, però, dal ministero del LAvoro fanno sapere che “nel mese di giugno sono 61.098 i contratti di lavoro in più. Il numero di attivazioni di nuovi contratti di lavoro è infatti stato pari a 821.544 mentre le cessazioni sono state 760.446. Inoltre, anche il saldo dei contratti a tempo indeterminato è positivo: a fronte di 155.388 cessazioni ci sono 145.620 nuove attivazioni e 34.651 trasformazioni di rapporti di lavoro a tempo determinato in rapporti a tempo indeterminato. La differenza è di +24.883 contratti. I nuovi contratti a tempo indeterminato costituiscono il 17,7% di tutte le attivazioni; a giugno del 2014 l’incidenza era del 13,5%. Un contratto su cinque che viene a cessare, però, è a tempo indeterminato (20,4%); mentre un anno fa l’incidenza era del 18,6%.

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