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Ustica, i familiari: “37 anni ma abbiamo ancora voglia di lottare”/FOTO e VIDEO

"L'operazione di trasparenza promessa dalla direttiva Renzi è stata estremamente deludente" denuncia Daria Bonfietti

Pubblicato:27-06-2017 13:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:28

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BOLOGNA – All’appuntamento con il 37esimo anniversario della strage di Ustica “arriviamo con sempre molta, nonostante tutto, voglia di lottare”. Parola della presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime, Daria Bonfietti, che stamattina insieme a numerosi parenti ha partecipato al tradizionale incontro con il sindaco di Bologna, Virginio Merola, affiancato quest’anno anche dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. E’ necessario portare avanti “questa battaglia, proprio perchè sono passati 37 anni e proprio perchè dopo 37 anni sappiamo per certo che un aereo civile ci è stato abbattuto in un episodio di guerra aerea“. Dunque “non si può non andare avanti per concludere questa storia, nel senso di scrivere tutta la verità: chi è stato? chi ha potuto abbattere un aereo civile in tempo di pace?”, sono le domande ribadite ancora una volta da Bonfietti. “Forte deve essere il grido per affermare che siamo davanti ad uno sfregio e ad un vulnus profondo della nostra dignità nazionale”, afferma la presidente, constatando “dolorosamente che le indagini della magistratura languono per la mancata collaborazione internazionale. Non giungono risposte adeguate alle rogatorie, è quindi evidentemente insufficiente l’azione diplomatica che il Governo sarebbe tenuto comunque a fare”.

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Così come si è rivelata “estremamente deludente l’operazione di trasparenza che era stata promessa con la direttiva Renzi” sulla desecretazione degli archivi, ribadisce la presidente: bisognava agire perchè l’applicazione fosse reale ma “quell’impegno è stato sempre più trascurato e il nuovo Governo non ha neppure nominato un sottosegretario di riferimento”. Allo stesso tempo, “è chiaro che si deve fare i conti con la realtà disastrosa degli archivi delle amministrazioni dello Stato, sui quali forse- suggerisce Bonfietti- varrebbe la pena gettassero un occhio anche il Parlamento e la magistratura, perché le leggi ci sono, ma non sono assolutamente rispettate”.


Per concludere, Bonfietti cita nell’aula di Palazzo D’Accursio un passaggio del messaggio inviato all’Associazione dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Alla domanda di giustizia le Istituzioni hanno il dovere di dare risposte, percorrendo fino in fondo la strada della verità e facendo onore alla professionalità e alla dedizione di uomini dello Stato che sono riusciti ad aprire questo cammino superando ostacoli e difficoltà”. Commenta Bonfietti, ringraziando Mattarella: “Mi piace questo riferimento a chi è stato e ha saputo essere dalla parte giusta, dalla parte del diritto, dalla parte della lotta per la verità, perché è un riconoscere che si poteva fare, si poteva anche non stare dalla parte della menzogna e o dell’indifferenza. È importante credetemi, dopo 37 anni, almeno non sentirsi soli“.


VESCOVO BOLOGNA: MENZOGNE E COPERTURE INSOSTENIBILI

“Se la menzogna, le coperture, le complicità sono sempre insostenibili e inaccettabili”, questo vale “ancora di più quando la verità è nascosta proprio dalle istituzioni che sono chiamate a garantirla”. E’ un passaggio del messaggio che l’arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, ha inviato alla presidente dell’Associazione dei familiari della strage di Ustica, Daria Bonfietti, per il 37esimo anniversario dell’abbattimento del Dc9 Itavia. Bonfietti ha letto il messaggio di Zuppi nell’aula del Consiglio comunale, dove stamattina si è tenuto il tradizionale incontro tra istituzioni e parenti delle vittime. “Purtroppo non posso essere presente fisicamente tra voi, così come avrei desiderato. Ma lo sono con tutto me stesso. La strage di Ustica– scrive il vescovo- è infatti una delle ferite della nostra città, forse quella più invisibile e proprio per questo più profonda e tragica. Sono scomparsi”.

La loro memoria “è conservata, delicatissima, nel bellissimo Museo per la Memoria, uno dei luoghi di maggiore umanità di Bologna- sottolinea Zuppi- con le luci che si accendono e si spengono: 81, come le vite spente da quello sciagurato avvenimento. Sono accese perché da credente li affido tutti alla luce di Dio”. Ma anche da credente “chiedo che si faccia tutto il possibile, e non è stato fatto ancora tutto il possibile– manda a dire il prelato- perché si faccia luce su quanto è avvenuto”. Conclude il vescovo: “Sono vicino a tutti i parenti e con affetto porto con me il loro dolore, che, come accade, anche se sono passati tanti anni, non è affatto ‘passato’. Certamente la verità aiuterebbe a trasformarlo. Dio vi benedica, Lui che accoglie nel suo cielo di amore i vostri cari la cui vita è stata spezzata dagli uomini”.

di Maurizio Papa, giornalista professionista

(Immagini di Davide Landi)

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