NEWS:

Di Maio non se ne va, Salvini ‘costretto’ al voto anticipato. A settembre o in primavera?

L'editoriale di Nico Perrone, direttore dell'Agenzia Stampa Dire, per DireOggi

Pubblicato:27-05-2019 15:49
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:19

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Vero che i 326 parlamentari del M5S – 219 deputati e 107 senatori- eletti alle scorse politiche col M5S al 32,7% cercheranno in tutti i modi di tenersi la poltrona. Aggrappati, fino a quando potranno. Col 17% preso alle elezioni europee, infatti, già la metà di loro tornerà a casa. Quindi, da parte sua, fa bene Di Maio a far finta di niente, a dire che il Governo proseguirà, che nessuno dentro il Movimento, a partire dal presidente della Camera, Roberto Fico, ha chiesto le sue dimissioni.

Ora si capisce: la campagna elettorale aggressiva nei confronti del leader della Lega, Matteo Salvini, serviva solo in minima parte a ringalluzzire i propri elettori, sperando di tenerli al momento del voto. No, Di Maio, e i suoi consiglieri, sposando di fatto la linea ‘movimentista’ e da opposizione che c’è nel Movimento, a partire da Fico, oggi possono dire: «Cari signori, ho fatto quello che volevate voi, ecco il risultato, siamo al 17%». E così Di Maio si è tolto di mezzo, almeno per un po’, l’opposizione interna.

Capitan Salvini, da parte sua, ha stravinto le elezioni: 40% al Nord, 30% al Centro, 20% nel Mezzogiorno. La sua Lega ora è partito nazionale, non più ‘lumbard’. Il problema è che cosa fare del 34% preso alle europee. In politica, in queste condizioni, tutto spinge verso il voto anticipato, per capitalizzare e fare il pieno di consensi anche a livello parlamentare nazionale.


Ma non può essere Salvini a rompere e aprire la crisi di Governo. La colpa dovrà ricadere sul M5S, solo in quel caso Salvini potrà scaricare sulle spalle dell’alleato l’incapacità di governare. Con un arco temporale ormai di mesi: elezioni anticipate in autunno, magari abbinate alle regionali dell’Emilia-Romagna, Calabria e forse Umbria; o la prossima primavera. In mezzo c’è la manovra lacrime e sangue di fine anno. Che spinge ad anticipare il più possibile il voto.

LEGGI DIREOGGI | EDIZIONE DEL 27 MAGGIO

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it