BOLOGNA – Convocato d’urgenza per cercare di trovare una soluzione al fallimento di Mercatone Uno, al tavolo che si terrà oggi al ministero dello Sviluppo economico non è stata invitata l’associazione dei fornitori della catena. “Come è evidente anche oggi non sarà presa in considerazione la posizione dei fornitori che rappresentano un indotto di circa 10.000 dipendenti”, protesta l’associazione nata nel 2018 per tutelare i diritti dei creditori della società.
“Non appena completato ogni iter per i dovuti accreditamenti potremo rappresentare i nostri interessi in tutte le sedi opportune come già fatto presso il Tribunale di Milano. Per fare ciò a breve presenteremo i risultati in una relazione appositamente redatta per analizzare compiutamente le vicende di Mercatone Uno dal 2015 ad oggi e rappresentare i motivi dell’infelice epilogo dell’amministrazione straordinaria”, fa sapere il direttore William Beozzo.
“Tra l’altro nel giugno 2018 i fornitori che hanno costituito l’associazione avevano già presentato un esposto al ministero e un reclamo al Tribunale di Bologna nei quali erano state ampiamente anticipate le preoccupazioni e le criticità del caso, purtroppo inascoltate, poi confermatesi nei fatti di questi giorni”, ricorda l’associazione. “Constatiamo che ancora una volta l’attenzione è rivolta solo ai 1.800 dipendenti del gruppo che rischiano di perdere il lavoro a cui va comunque tutta la nostra solidarietà- conclude Beozzo- ma voglio ricordare a tutti i soggetti coinvolti, inclusi i sindacati, che il gruppo Mercatone Uno negli ultimi anni è stato finanziato dai crediti non pagati agli oltre 500 fornitori coinvolti. I fornitori di Mercatone Uno rappresentano un indotto di oltre 10.000 persone che vuol dire imprenditori, dipendenti e loro famiglie a cui si sta letteralmente rubando il futuro”.
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