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Acqua, 295 concessioni minerale: resa solo 18,4 milioni (0,68% fatturato)

Per ogni euro speso in canoni maggiori player ne ricavano 191,35

Pubblicato:27-04-2018 10:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:49

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ROMA – Al 2015 in Italia risultano 295 concessioni per lo sfruttamento delle acque minerali, rilasciate a 194 concessionari, e 489 per lo sfruttamento delle acque termali, rilasciate a 418 concessionari. Lo sfruttamento delle acque minerali ha generato introiti per le amministrazioni pubbliche pari a circa 18,4 milioni, corrispondenti allo 0,68% del fatturato del settore dell’imbottigliamento delle acque minerali, per l’anno 2015 pari a 2,7 miliardi (dati Mineracqua su stime Bevitalia). Le maggiori società operanti nel settore dell’imbottigliamento delle acque minerali (i primi dieci produttori hanno prelevato circa il 70% dell’acqua minerale italiana) hanno conseguito mediamente, per ogni euro speso in canoni di concessione, ricavi dalle vendite per 191,35 euro. Lo fa sapere il Dipartimento del Tesoro del ministero dell’Economia e delle Finanze pubblicando il primo rapporto tematico sui beni demaniali e del patrimonio indisponibile dati in concessione, dedicato allo sfruttamento delle acque minerali e termali, che ha l’obiettivo di analizzare la natura e le modalità di gestione di tali concessioni da parte delle Amministrazioni concedenti. Il rapporto è stato censito in base alle dichiarazioni, pervenute da circa il 90% delle Amministrazioni competenti (Regioni, Province ordinarie e autonome, Comuni), con riferimento all’anno 2015.

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Il Piemonte è la regione italiana con il maggior numero di concessioni di acque minerali attive (43, pari a circa 15% del totale), mentre il Veneto e la Campania si pongono al vertice per numero di concessioni termali rilasciate (rispettivamente pari a 146 e 135, che insieme costituiscono il 57% del totale). per quel che riguarda invece le terme, i canoni concessori derivanti dallo sfruttamento delle acque termali, sempre nel 2015, prosegue il Dipartimento del Tesoro del ministero dell’Economia e delle Finanze, sono stati pari a circa 1,7 milioni, che equivalgono allo 0,1% del fatturato annuo del settore (pari a 1,6 miliardi di euro, secondo il Rapporto sul settore termale 2015 di Federterme). Un confronto incrociato con le informazioni della banca dati del Dipartimento del Tesoro sulle partecipazioni delle Amministrazioni Pubbliche (disponibili in formato aperto) ha consentito di analizzare la struttura societaria delle imprese concessionarie del settore delle acque minerali. L’approfondimento evidenzia che “la partecipazione pubblica nelle società concessionarie è caratterizzata da frammentazione delle quote tra numerosi enti, tipicamente Comuni, della stessa regione”. La rilevazione dei dati sulle concessioni prosegue in altri settori del patrimonio minerario (idrocarburi, risorse geotermiche, cave e miniere), del demanio idrico (derivazioni di acque pubbliche per gli usi industriale, idroelettrico, irriguo e zootecnico), del demanio aeroportuale e dell’etere (frequenze radio-televisive e telecomunicazioni).

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