ROMA – “La Conferenza delle Regioni approvi rapidamente la proposta di accordo per la compensazione della mobilità sanitaria in modo da restituire ai pazienti la libertà di scelta del luogo di cura e risanare la sanità del Lazio, danneggiata per troppi anni nell’economia e nell’immagine”. A lanciare l’appello è Jessica Faroni, presidente di Aiop Lazio (Associazione italiana ospedalità privata), che punta il dito contro le politiche degli ultimi anni relative ai territori in Piano di rientro: “Otto anni fa una legge scellerata ha bloccato i fuori regione nel Lazio: oggi registra più fughe che arrivi tra le prime cinque regioni italiane per cittadini che migrano in cerca di cure altrove”.
Nell’ultima riunione dei governatori è infatti slittata ancora l’approvazione delle matrici ai fini del riparto delle risorse per il Servizio sanitario nazionale e la proposta di accordo interregionale per la compensazione della mobilità sanitaria per il triennio 2014-2016, punti che però dovrebbero ricevere il via libera nella prossima Conferenza. “E’ abissale la differenza tra i pazienti laziali che migrano per curarsi in altre regioni e i pochi che scelgono di venire da noi – afferma Faroni – E ad essere danneggiata è la sanità del Lazio: la minore mobilità in entrata rispetto a quella in uscita pregiudica le strutture che appaiono meno attrattive. Si dice che la gente non viene nel Lazio perché i nostri specialisti non sono bravi, non è vero, lo impedisce lo Stato”.
“I medici percepiscono un compenso con percentuali nettamente più basse rispetto ai colleghi di altre regioni – osserva la presidente Aiop – Per questo non è raro che decidano di emigrare, portandosi fuori dal Lazio anche i pazienti che evitano lunghissime attese. In questo modo nel corso degli ultimi anni il Lazio ha perso centinaia di milioni di euro e le previsioni per il prossimo triennio sono di altre centinaia di milioni. Per questo è necessario sbloccare la mobilità sanitaria interregionale, per permettere al Lazio di tornare ad attrarre pazienti da altre regioni e garantire una libera concorrenza basata sulla qualità”. “La Regione Lazio sforzandosi ha messo a disposizione 20 milioni di euro per tutte le strutture – ha sottolineato ancora la presidente Faroni – E’ un primo passo, ma c’è ancora molto da fare. Trovo assurdo che un paziente possa andare a curarsi a Parigi e non a Roma e trovo assurdo parlare di medicina transfrontaliera quando poi viene bloccata la mobilità in Italia. Il cittadino deve essere lasciato libero di scegliere dove curarsi e le strutture laziali devono poter crescere e dimostrare la propria qualità. Anche perché – conclude Faroni – ci sono intere regioni che fanno il bilancio sulla mobilità, cosa che a noi è stata impedita per otto anni”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it