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Centrodestra, Toti chiama a raccolta gli stati generali ‘Arancioni’

Assicura: "Non è un partito ma voglia di ampliare la coalizione"

Pubblicato:27-03-2018 15:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:41

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GENOVA – I rumors che vedono Giovanni Toti ormai pronto a far salpare la nave di un proprio partito “arancione”, dal colore delle liste civiche lo hanno portato al successo in Regione Liguria e nei Comuni di Savona, Genova e La Spezia, continuano a inseguirsi. Nati soprattutto in seguito ai contrasti tra il governare ligure e i vertici nazionali di Forza Italia per le candidature locali al Parlamento, le voci si fanno sempre piu’ insistenti dopo l’esito delle elezioni. D’altronde, per quello che e’ considerato il politico di Forza Italia in assoluto piu’ vicino alla Lega di Matteo Salvini -o almeno finche’ lo stesso non dovesse formalizzare un accordo con il Movimento 5 Stelle anche per il governo- l’idea di una formazione autonoma sarebbe probabilmente la strada piu’ efficace per provare a smarcarsi efficacemente dalle polemiche intestine. Insomma, se verso sinistra Federico Pizzarotti lancia il “partito dei sindaci”, verso destra Giovanni Toti potrebbe provarci con quello degli amministratori e dei civici. Lui ufficialmente smentisce ma, intanto, domani chiama a raccolta gli stati generali delle “sue” liste arancioni per un aperitivo al Beautiful Loser, il locale genovese punto di riferimento degli happening politico-mondani totiani. Basta leggere tra le righe delle sue parole per capire che almeno qualche aspirazione ad essere il capocordata lungo i nuovi sentieri che il centrodestra, unito come lo vuole lui, dovra’ imboccare c’e’.

“Non e’ un partito- dice lo stesso Giovanni Toti all’agenzia Dire- ma e’ un modo per tenere assieme sensibilita’ civiche che non si riconoscono esattamente nei singoli partiti della coalizione e anche per mettere insieme persone che fanno parte di quei partiti ma che vogliono avere altri sbocchi per le loro idee e il loro impegno politico”. Insomma, spiega, “e’ un modo per allargare -perche’ credo che si debba essere sempre piu’ inclusivi e propositivi- quella coalizione di centrodestra che guadagna consensi elezione dopo elezione e che governa bene la nostra regione e i nostri comuni”. Cosi’, domani, si troveranno a raccolta tutti gli arancioni genovesi, che prima hanno portato Toti al successo nel 2015 e poi Bucci nel 2017, con qualche emissario spezzino e savonese. Le punte di diamante del “partito di Toti” non sono solo i sindaci di Genova, Savona e La Spezia -Marco Bucci, Ilaria Caprioglio e Pierluigi Peracchini- ma anche “consiglieri e assessori regionali che in questi anni hanno tenuto i collegamenti con tante esperienze civiche delle loro citta’- spiega il governatore- e gli assessori comunali che ne sono il riferimento o l’espressione. Domani ci ritroveremo per fare un primo punto e cominciare a pensare a quella Liguria del 2020 a cui dobbiamo guardare sia per la sfida elettorale sia per i progetti futuri da mettere in campo”.

Non solo una lunga volata che portera’ alle elezioni regionali del 2020, a cui Toti ha gia’ piu’ volte annunciato che si ripresentera’. “E’ un modo per ritrovarci e dire a tutti: ‘Signori, l’avventura non e’ finita. Siamo solo all’inizio e il bello deve ancora arrivare- spiega ancora il governatore-, abbiamo tante idee da mettere in comune: cominciamo a lavorare per finire questa legislatura e iniziarne una prossima con un movimento arancione che affianchi gli amici della Lega, di Forza Italia, di Fratelli d’Italia e chi altro vuole aggiungersi”. Il nuovo manifesto politico e’ praticamente pronto: “C’e’ la volonta’ di mettere a sistema e a regime le tante esperienze che in questi anni hanno contraddistinto la nostra avventura politica- traccia la rotta Toti- in collaborazione e in affiancamento ai partiti tradizionali. Nulla che li possa sostituire”. E ricorda: “A Genova, come a Savona e alla Spezia ci sono esperienze civiche importanti che si riconoscono nell’amministrazione regionale, che mettono insieme in tutti i comuni assessori che stanno facendo ottimamente il loro lavoro ma che non possono esaurirsi nell’azione amministrativa: devono trovare una loro dimensione politica. Spero diano anche un contributo di idee, progetti e di classe dirigente per la nostra prossima campagna elettorale regionale”.


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