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Vittime incidenti stradali, a Milano arriva il pronto soccorso psicologico h24

Aprirà i battenti il primo di aprile e sarà operativo 24 ore su 24: c'è un numero verde da chiamare

Pubblicato:27-03-2017 17:03
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:03

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MILANO – Nel 2015 sono morte 53 persone a Milano e 117 nell’area metropolitana per incidenti stradali. I feriti sono stati rispettivamente 11.465 e 18.705. Numeri dietro ai quali ci sono lutti e traumi. Per le vittime della strada e per i loro familiari sarà attivo a Milano, dal primo di aprile, un Pronto soccorso psicologico, grazie alla Fondazione Ania, costituita dalle compagnie di assicurazione nel 2004 per promuovere progetti sulla sicurezza stradale. “Quando un genitore riceve la notizia che il figlio è morto di fatto viene condannato all’ergastolo del dolore- spiega Annamaria Giannini, docente di psicologia forense dell’Universita’ La Sapienza di Roma, che ha curato la formazione degli psicologi-. E’ quindi fondamentale offrire un supporto ai familiari e anche alle vittime nel caso sopravvivano all’incidente“.

Il pronto soccorso psicologico sarà attivo 24 ore su 24 e basterà chiamare il numero verde 800.893.510. Gli psicologi interverranno anche su chiamata delle forze dell’ordine o degli ospedali. Seguiranno subito le vittime e i familiari, andando nello loro case o nell’ospedale. “Anche questo tipo di intervento deve essere condotto con tempestività- aggiunge Gabriella Bottini, responsabile del Centro di neuropsicologia cognitiva dell’Ospedale Niguarda, dove oggi è’ stato presentato il progetto-. Per esempio, nel caso di incidente mortale è possibile incorrere nel ‘lutto complicato‘, in quanto si tratta di eventi improvvisi e inaspettati che privano i familiari del tempo necessario per prepararsi alla tragica notizia”. Il Pronto soccorso psicologico è già attivo a Firenze e verrà attivato nei prossimi mesi a Roma e a Campobasso. In tutto sono coinvolti 100 psicologi. “Verrà data assistenza a tutte le vittime, a prescindere dalla responsabilità di chi ha causato l’incidente”, conclude Umberto Guidoni, segretario generale della Fondazione Ania.

(Dires – Redattore sociale)


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