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Veneto, arriva il disability manager per rendere le spiagge accessibili

Dopo una selezione pubblica, l'incarico è stato affidato a Rodolfo Dalla Mora

Pubblicato:27-03-2017 15:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:03

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VENEZIA – Un disability manager in grado di offrire risposte e soluzioni a tutte le persone con disabilità che scelgono di andare in vacanza in una delle zone più gettonate d’Italia: la costa veneta. Il nuovo incarico, affidato per selezione pubblica, è stato assegnato dalla Ulss 4 del Veneto orientale a Rodolfo Dalla Mora, architetto e presidente di SIDiMa, la Società italiana disability manager. Il servizio è attivo all’ospedale di Jesolo, e Dalla Mora riceve il mercoledì mattina: nelle prime settimane di vita, sono già state avviate diverse attività, sia in ambito domestico sia in ambito turistico. “Vogliamo realizzare la spiaggia accessibile e inclusiva più lunga d’Italia– spiega Dalla Mora, già disability manager dell’Ospedale riabilitativo di Motta di Livenza e al Ca’ Foncello di Treviso-. Non solo: vorremmo passare, finalmente, da ‘accessibilità ad ‘accoglienza di qualità'”. Per raggiungere questo scopo, l’architetto offrirà consulenza e supporto alle realtà locali impegnate nell’ambito della disabilità: “Saremo al loro fianco durante la progettazione o l’adeguamento delle strutture. Valuteremo insieme le soluzioni più idonee a garantire una totale accessibilità”. Non solo: lavorando in sinergia con gli uffici di informazione e accoglienza turistica e le amministrazioni locali del Veneto orientale, lo staff del disability manager fornirà, sempre gratuitamente, informazioni sull’accessibilità e sulle tecnologie a supporto degli ospiti del litorale: “I turisti con particolari esigenze potranno rivolgersi a noi: insieme cercheremo la soluzione migliore. Spesso, il fatto che una struttura indichi di essere accessibile, non significa che lo sia effettivamente per tutte le disabilità. Valuteremo caso per caso”. Saranno coinvolti anche il trasporto pubblico locale e le scuole del territorio ai quali sara’ chiesto di redigere progetti finalizzati all’inclusione sociale.

Il progetto, costato in tutto 650 mila euro tra fondi governativi (per quasi il 90 per cento), fondi regionali e delle aziende socio-sanitarie, prevede che entro questa estate ogni Ulss affacciata sul litorale (sono tre: Veneto orientale, Serenissima e Polesana) abbia una spiaggia attrezzata. Questo solo per partire, visto che poi il progetto proseguirà anche il prossimo anno. La spiaggia a cui guardare come modello è la Spiaggia di Nemo di Jesolo, primo stabilimento in Italia con servizi ad hoc per le persone con disabilità. Inaugurata nel 2014, è stata completamente rinnovata lo scorso anno: nuovi percorsi di accesso facilitato, lettini e sedie sdraio rialzati, piazzole con pedane per l’accesso in sedia a ruote, gazebo con pavimentazione rigida, servizi igienici dedicati. Dispone anche di una postazione di salvataggio con unità cinofila, di sedie a ruote predisposte per la sabbia e per l’ingresso in mare: un operatore di Jesolomare è sempre presente per rispondere alle esigenze degli ospiti. La Spiaggia di Nemo, poi, situata alle spalle dell’ospedale, è a disposizione anche dell’area riabilitativa della struttura. “Mi occuperò anche della formazione di tutti gli operatori del settore turistico e balneare sui temi dell’accessibilità e dell’inclusione”.

Altra attività avviata dalla nomina di Dalla Mora, il Centro di adattamento dell’ambiente domestico, sportello rivolto a privati cittadini, certo, ma anche sindaci, associazione di volontariato che si occupano di disabilità e, naturalmente, operatori del turismo. Il centro fornisce consulenza, indicazioni tecniche e soluzioni per la riprogettazione e la nuova organizzazione degli spazi interni delle abitazioni e delle strutture, dà indicazioni sulle agevolazioni regionali e statali vigenti, sui contributi e sui finanziamenti disponibili, sulle agevolazioni fiscali. Il centro provvede anche a redigere la certificazione ambientale ai fini dell’eventuale fornitura di montascale su valutazione del fisiatra domiciliare, riducendo cosi notevolmente i tempi di autorizzazione e la fornitura dell’ausilio.


(Dires – Redattore Sociale)

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