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L’anno dei pianeti nani

ROMA - La Nasa indica la strada per il 2015: nel mirino

Pubblicato:27-02-2015 13:46
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:08

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cerereROMA – La Nasa indica la strada per il 2015: nel mirino ci sono i pianeti nani. Sono due i mezzi messi in campo per andare a dare un’occhiata nella cintura degli asteroidi. E’ lì che si trovano Plutone e Cerere, mete delle missioni New Horizons e Dawn.

Dawn, costata 450 milioni di dollari, volerà nelle vicinanze di Cerere, nella cintura degli asteroidi tra Marte e Giove, mentre New Horizons, 700 milioni di dollari, si dedicherà a Plutone, nelle gelide regioni oltre Nettuno. I due piccoli grandi oggetti del Sistema solare sono entrati a far parte della stessa famiglia nel 2006. In quell’anno Plutone è diventato un ex pianeta e Cerere un ex asteroide e sono stati classificati entrambi come pianeti nani. Dalle due missioni sono attese sorprese che rivoluzioneranno il modo in cui gli astronomi guardano a questi corpi celesti.


Cerere, scoperto nel 1801 da Giuseppe Piazza, è l’oggetto più grande tra quelli che popolano la cintura degli asteroidi. Le domande a cui gli scienziati cercano di rispondere sono legate alla quantità di acqua che lo compongono e, soprattutto, all’interrogativo più grande: un tempo il pianeta nano è stato abitabile?

Plutone, invece, è stato avvistato per la prima volta nel 1930 da Clyde Tombaugh. Com’è la sua superficie e se è stato geologicamente attivo sono i punti interrogativi degli scienziati.

Intanto arrivano le prime notizie da un mondo remoto. Dawn raggiungerà l’orbita di Cerere intorno al sei marzo e, man mano che si avvicina, invia a Terra delle immagini che destano stupore. E’ questo il caso di due misteriose macchie bianche identificate sulla superficie del pianeta nano. Prima l’una, poi l’altra, si sono mostrate agli osservatori terrestri. La seconda individuata è meno brillante, ma sembra appartenere allo stesso bacino.

I due punti ‘luminosi’ potrebbero avere un’origine vulcanica, spiegano dall’Università della California, dove si trova il principal investigator Chris Russell. L’invito è di aspettare immagini con una maggiore risoluzione prima di lanciarsi in interpretazioni geologiche. Il punto più luminoso continua ad apparire troppo piccolo, ma, nonostante la sua grandezza, è quanto di più luminoso ci sia su Cerere. E’ qualcosa di inaspettato e di ancora misterioso, spiega Andreas Nathues, responsabile del team che sovrintende agli ‘occhi’ di Dawn e che fa parte del Max Planck Institute in Germania.

Quello che finora si sa di Cerere è che la sua superficie dovrebbe essere composta da ghiaccio d’acqua mescolato ad altri minerali. Al di sotto potrerebbe trovarsi un oceano di acqua liquida. Dal momento dell’avvicinamente di Dawn fino ai 16 mesi successivi sono attese immagini sempre più definite che potrebbero permettere una conoscenza più profonda della sua origine e della sua evoluzione basandosi sull’analisi della superficie.

La missione Dawn, lanciata nel settembre del 2007, vede anche l’Italia fare la sua parte: ne sono partner l’Agenzia spaziale italiana e l’istituto nazionale di Astrofisica.

E’ atteso invece per l’estate l’avvicinamento a Plutone. La data è fissata per il 14 luglio. Nel momento di massima prossimità la sonda New Horizons si troverà a 12.500 chilometri sulla superficie di Plutone, distanza che permetterà di scattare immagini degli elementi sul suo manto ghiacciato. Dopo questo incontro ravvicinato, se il budget lo permetterà la sonda viaggerà ancora nella cintura per visitare altri corpi celesti, ancora non individuati, tra il 2018 e il 2019.

LE NEWS DI QUESTA SETTIMANA

COSMO-SKYMED, DATI GRATUITI PER PMI, SPIN-OFF UNIVERSITARI E STARTUP

Per la prima volta i dati dei quattro satelliti radar Cosmo-SkyMed saranno a disposizione in modo gratuito per un uso esclusivamente civile. L’Agenzia spaziale italiana (Asi) ha bandito due specifiche ‘Open Call’ rivolte alla comunita’ scientifica internazionale e al settore privato nazionale di piccole e medie imprese, start-up e spin-off universitari. I set completi di rilevazioni della costellazione satellitare saranno a disposizione per “promuovere lo sviluppo di nuovi algoritmi” e, allo stesso tempo, contribuire al “miglioramento di prodotti e servizi esistenti” nonche’ allo sviluppo di “applicazioni tecnologiche innovative”. Cosmo-skyMed si basa su una costellazione di quattro satelliti identici, dotati di radar ad apertura sintetica (SAR) che lavorano in banda X, in grado quindi di vedere attraverso le nuvole e in assenza di luce solare. Il sistema duale – civile e militare – e’ sviluppato dall’industria nazionale e gestito dall’Agenzia Spaziale Italiana in cooperazione con il ministero della Difesa e il ministero dell’Istruzione, Universita’ e Ricerca.

ITALIA E FRANCIA, AVANTI CON LA COLLABORAZIONE

É stato firmato a Parigi un protocollo d’Intesa per rafforzare la cooperazione di Italia e Francia in ambito spaziale. Telecomunicazioni satellitari, osservazione della Terra, scienza, lanciatori, Horizon 2020, innovazione e trasferimento della tecnologia spaziale e palloni stratosferici sono i temi chiave su cui si incardina l’accordo. Per le Telecomunicazioni satellitari l’Asi e il Cnes metteranno in piedi un gruppo di lavoro bilaterale di studio sull’utilizzo della banda Ka e Q: l’obiettivo e’ consentire alle due Agenzie di migliorare i modelli di propagazione in queste bande di frequenza, con un forte interesse per lo sviluppo dei futuri satelliti a banda larga, come il satellite commerciale europeo Thd-Sat. Sull’Osservazione della Terra, soprattutto per quel che riguarda il cambiamento climatico, la gestione delle emergenze e dei rischi e il monitoraggio ambientale, la cooperazione italo-francese punta a migliorare lo sfruttamento e l’utilizzo dei dati dei satelliti iperspettrali, SAR e ottici. Per il segmento scientifico, proseguira’ la cooperazione sulle missioni per lo sviluppo degli strumenti per le missioni Esa, Juice e Athena.

A TORINO PRIMO TRAPIANTO AL MONDO CON UN BACINO AL TITANIO

E’ andato nel migliore dei modi il delicato intervento a cui è stato sottoposto un ragazzo piemontese di 18 anni. Operato all’ospedale CTO di Torino dalle équipe del dottor Raimondo Piana e del professor Alessandro Massè, al ragazzo, sofferente di osteosarcoma, è stato impiantato un emibacino in titanio. Il tumore era giudicato inoperabile. Invece, grazie all’emibacino in titanio con rivestimenti in tantalio, un materiale che si integra con le ossa umane, realizzato negli Stati Uniti con misure perfette prese da un calco ricavato dalla Tac del paziente, il ragazzo tornerà ad avere una vita normale.

ADDIO ALLA CARIE GRAZIE A FRUTTA E VERDURA

Cavolo nero, radicchio rosso, indivia, porro, carciofo, lattuga, pera e mela: se temete i denti cariati mangiate questi cibi in abbondanza. Parola di agricoltori. In collaborazione con Colgate e con la Società italiana di ortodonzia (Sido), gli agronomi della Cia-Confederazione italiana agricoltori si mescoleranno tra i consumatori dei mercati, nelle principali città italiane, per divulgare materiali informativi realizzati ad hoc, svelando alcune sorprendenti proprietà di frutta e verdure. Se è vero che almeno un italiano su due deve ricorrere a specifiche cure per porre rimedio alla carie, è altrettanto probabile che almeno otto su dieci non sappiano che grazie ad una sana alimentazione si può prevenire l’insorgenza di problemi ai denti. Questa può essere l’occasione giusta per scoprirlo. Le attività di informazione si svolgeranno a marzo, mese della salute orale.

di Antonella Salini

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