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Lo Giudice fuori dalle liste Pd: “Escluso per veti incrociati tra Roma e Bologna”

Monica Cirinnà: "Sono addolorata"

Pubblicato:27-01-2018 17:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:24
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BOLOGNA  – Escluso dalle liste Pd perché “rimasto incastrato dai veti incrociati del mio partito, nazionale e locale”. Questa la motivazione secondo il senatore Pd Sergio Lo Giudice, rimasto fuori dalle liste dem per le prossime elezioni.

Al momento non c’è posto per lui né nel suo collegio di casa, quello di Bologna, né in nessun’altra parte d’Italia. “Sono stato eletto cinque anni fa perché il Pd aveva indetto le primarie- ricorda il parlamentare su Facebook- stavolta sono rimasto incastrato dai veti incrociati del mio partito nazionale e da quello locale”.

Lo Giudice li definisce “rischi del mestiere per chi come ReteDem, la rete nazionale che ho l’onore di presiedere, non accetta modalità di conduzione della nostra comunità politica che non condivide”. Non a caso, sottolinea Lo Giudice, i sette “nostri parlamentari uscenti, quasi tutti scelti nelle primarie del 2012 da migliaia di elettori, sono fuori dalle posizioni eleggibili”. E così al senatore non resta che sperare: “Se ci saranno un giorno nuove primarie, allora potremo tornare in Parlamento”. Per il momento fa rumore la sua esclusione, soprattutto se affiancata alla candidatura nella ‘sua’ Bologna del leader centrista Pierferdinando Casini. “Sono sommerso da messaggi di chi a questo punto non vuole votarlo proprio”, avverte Lo Giudice, che però invita a non fare automatismi.


Su quanto la mia esclusione sia il sintomo di un disimpegno del Pd sul tema dei diritti civili saranno i fatti a parlare– sostiene- il tema non è la contemporanea candidatura a Bologna di Casini in un seggio che avrebbe potuto toccare a. Non ho condiviso che spettasse proprio a una città con la storia e l’identità di Bologna, ma è la logica della coalizione che impone che a qualcuno tocchi nel suo collegio il candidato di un’altro partito”. Piuttosto, manda a dire Lo Giudice, “il vero banco di prova sarà il programma del Pd, che sarà pubblicato a breve e in cui mi auguro che, grazie anche al prezioso lavoro svolto da Dems Arcobaleno, ci siano impegni chiari su nuove battaglie sui diritti civili”. E aggiunge: “Mi sarebbe piaciuto fare un altro giro di giostra, anche per continuare a lavorare su questi temi insieme a Monica Cirinnà. Ma non le mancherà il mio contributo dall’esterno”.

CIRINNA’: SONO ADDOLORATA

“La mancata candidatura di Sergio Lo Giudice è una ferita. Per me un altro buco nel cuore, un dolore. Continueremo la battaglia per i diritti civili senza tentennamenti. Ho già sperimentato che il contributo proveniente dalle associazioni e dalla società civile sono il vero motore delle grandi battaglia per l’eguaglianza e i diritti. Sono certa che con Sergio continuerò ad avere una vera e seria collaborazione oltre che una profonda stima. Non solo l’assenza di Sergio ma anche quella di Giuseppe Lumia mi addolora”, commenta Monica Cirinna’, senatrice del Pd.

È anche grazie a loro se la legge sulle unioni civili è una realtà e sicuramente il loro impegno sarebbe stato ancora utile per proseguire sulla strada dei diritti. Faccio mie le parole di Sergio: ”Il vero banco di prova sarà il programma del Pd, che sarà pubblicato a breve e in cui mi auguro che, grazie anche al prezioso lavoro svolto da DEMS Arcobaleno, ci siano impegni chiari su nuove battaglie sui diritti civili”.

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