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In Emilia Romagna è allarme criminalità, i reati aumentano vertiginosamente

Ignazio De Francisci, procuratore generale presso la Corte d'Appello di Bologna: "Bologna capitale dei delitti contro le donne, furti in casa piaga sociale"

Pubblicato:27-01-2018 11:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:24

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BOLOGNA  – Omicidi stradali, furti in appartamento, pedopornografia e violenza sulle donne, di cui Bologna è ormai una delle capitali italiane. Insomma, in Emilia-Romagna è allarme criminalità. A sostenerlo è Ignazio De Francisci, procuratore generale presso la Corte d’Appello di Bologna, oggi durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario.

De Francisci cita le vittime di Norbert Feher, alias Igor il russo, ma anche i turisti polacchi violentati a Rimini l’estate scorsa, i coniugi ferraresi uccisi dal figlio e Gessica Notaro, ferita con l’acido dall’ex fidanzato.

“A queste violenze- sottolinea De Francisci- si aggiungono quelle forse meno cruente, ma non meno preoccupanti, delle organizzazioni criminali di tipo ‘ndranghetistico che operano in tutta la regione”.


Più in generale, avverte De Francisci, l’Emilia-Romagna “è stata investita nei mesi scorsi da un’ondata di violenza veramente impressionante: omicidi, stupri, violenze familiari. È mai possibile che questa nostra terra operosa, attiva e dinamica sia preda di tutto ciò?”.

In particolare, rileva il procuratore generale, “sono in aumento gli omicidi stradali, i delitti attinenti alla pedopornografia, le frodi informatiche di vario genere e i furti in appartamento”, che hanno avuto “un incremento vertiginoso e, lungi da costituire un fenomeno di microcriminalità, come troppo spesso abbiamo sentito, sono una vera emergenza sociale nei confronti della quale dovremmo tutti fare di più”.

Anche i delitti contro le donne “sono purtroppo in aumento significativo”.

I casi di stalking sono passati da 888 nel 2015, a 896 nel 2016 e a 960 nel 2017, mentre gli omicidi sono stati 10 nel 2015, 16 nel 2016 e 14 ne 2017.

Addirittura il distretto di Bologna è ai primissimi posti in Italia per questo tipo di reati– sottolinea De Francisci- francamente è un record del quale avremmo tutti fatto a meno”. In questo settore, esorta il procuratore generale, “ognuno deve fare la sua parte. I processi devono durare di meno e vanno abbattuti i tempi tra il primo e il secondo grado di giudizio, anche per il dovuto rispetto alle vittime”.

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