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Memoria, in Campidoglio il ricordo dei sopravvissuti. Le lacrime di Raggi

Alle celebrazioni in Campidoglio erano presenti anche Sami Modiano e Piero Terracina, due sopravvissuti ad Auschwitz

Pubblicato:27-01-2017 10:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:50

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ROMA – Non è riuscita a trattenere le lacrime la sindaca di Roma Virginia Raggi, che al ricordo dei sopravvissuti dei campi di sterminio nazisti in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria in Campidoglio insieme agli studenti si è lasciata andare a una visibile commozione. “Ho visto cose che nessuno dovrebbe vedere. Io ero un ragazzo di 13 anni. Quando ce l’hai fatta ti chiedi perché, come è possibile uscire vivi dall’inferno. Allora ti chiudi nel silenzio, cerchi di dimenticare ma non puoi: questi occhi hanno visto morire, è impossibile da cancellare”, le parole di Sami Modiano. “Pensavo che non sarei stato creduto- ha aggiunto-. Ma 11 anni fa grazie al mio amico Piero Terracina ho fatto l’esperienza di tornare ad Auschwitz, un dolore enorme. Ogni passo aveva un significato, sentivo le parole di mio padre e vedevo i gesti di mia sorella. Ogni tanto mi giravo e vedevo che nelle mie lacrime c’erano anche le lacrime degli studenti. Questo mi ha risvegliato, questo mi ha dato un impulso, è stata la scintilla, mi ha fatto capire ‘perché io’. Allora ho giurato di continuare e non fermarmi mai, il Padreterno mi aveva scelto. Questa nuova generazione mi dà la spinta a continuare. Io da 11 anni a questa parte sono l’uomo più felice del mondo, quando me ne andrò via ci saranno loro a parlare al posto mio”.

Come ha raccontato poi Piero Terracina, “io e Sami abbiamo avuto la fortuna di passare la selezione, noi non dovevamo stare nel lager, dovevamo andare direttamente nella camera a gas. Quando ci salutavamo la sera non era una certezza ma una speranza. Birkenau era la fabbrica della morte, si entrava solo per morire. Invece il 27 gennaio aprii la porta della baracca e vidi un soldato che non era un tedesco, e mi fece cenno di rientrare subito. Annunciai ai miei amici che erano arrivati i sovietici. Non ci fu nessuno che disse una parola. Come si poteva gioire? Il campo era pieno dei corpi di quelli che non ce l’avevano fatta. Mi sono trovato a 17 anni solo e disperato. Ebbi la grande fortuna di aver ritrovato gli amici, i miei cugini che mi protessero e ho ricominciato a vivere. Ora ci dedichiamo alla testimonianza nei confronti dei giovani. Ogni volta che lo facciamo proviamo dolore- ha concluso Terracina- ma sentiamo il dovere di farlo perché il nostro passato non deve tornare. Ci sono sempre delle minoranze a rischio, vanno protette e non vessate. Questo è il mio messaggio per il futuro”.

RAGGI A STUDENTI: “È UNICO ANTIDOTO CONTRO OBLIO E INDIFFERENZA”

“Oggi è una giornata estremamente importante, sono 72 anni dall’abbattimento dei cancelli di Auschwitz e quindi è anche simbolicamente una data molto importante. Il giorno della Memoria è un ulteriore tappa nel cammino che abbiamo iniziato mesi fa, un percorso del ricordo che abbiamo voluto iniziare quest’anno affinché non sia solo qualcosa che studiamo sui libri di storia ma un qualcosa che viviamo dentro di noi e che è parte di noi”. Lo ha detto la sindaca di Roma, Virginia Raggi, arrivando nella sala della Protomoteca del Campidoglio per la celebrazione del Giorno della Memoria insieme agli studenti delle scuole di Roma. Presente insieme al vicesindaco con delega alla Memoria, Luca Bergamo e all’assessore alla Scuola, Laura Baldassarre, la prima cittadina ha salutato e abbracciato i sopravvissuti Sami Modiano, Piero Terracina e la moglie di Shlomo Venezia, scomparso recentemente, prima di raggiungere gli altri relatori, tra i quali la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello e il presidente della Fondazione Museo della Shoah, Mario Venezia.


Per la sindaca “ricordare significa rendere omaggio a tutti gli uomini, donne e bambini torturati e uccisi nei campi di sterminio e ricordare e ringraziare chi si è opposto e chi è riuscito a sopravvivere e ogni anno rivive quelle ferite per farci capire e raccontarci tutto quello che è successo. Ricordare– ha concluso Raggi- è l’antidoto più forte contro l’oblio e l’indifferenza e lo strumento più importante per tracciare una nuova strada”.

SOPRAVVISSUTO AUSCHWITZ A RAGGI: “TENGA DURO”, LEI: ‘LO FARÒ’

“Tenga duro”. Queste le parole rivolte da Sami Modiano, sopravvissuto di Auschwitz, rivolte alla sindaca Virginia Raggi al termine della cerimonia del Giorno della Memoria in Campidoglio. “Sì, lo farò”, la risposta della sindaca, accompagnata da un sorriso.

di Mirko Gabriele Narducci, giornalista professionista

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