NEWS:

Dopo il restauro torna al Museo la prima bandiera di guerra dei Carabinieri

Testimone della Grande Guerra e presente lungo la linea del Podgora nel luglio del 1915

Pubblicato:26-11-2015 17:01
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:38

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Torna al Museo storico dell’Arma la prima Bandiera di guerra dei Carabinieri, testimone della Grande Guerra e presente lungo la linea del Podgora nel luglio del 1915.

Il prezioso cimelio è stato sistemato in una teca del Museo, dopo un intervento dell’Istituto superiore per la Conservazione e il Restauro. Oggi, alla presenza del ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, e del comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette, al Museo di piazza Risorgimento, a Roma, è stato celebrato il ritorno della bandiera. Sei mesi fa, nello stesso Museo le restauratrici del laboratorio di Restauro dei Tessili, e gli stessi rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri presenti, estraendo la bandiera dalla teca si sono trovati di fronte una situazione “veramente compromessa, non ipotizzabile alla semplice visione dall’esterno”. Il restauro della bandiera, completa di asta e puntale, fiocco e medaglie, è stato quindi complesso e ha interessato tutte le sue parti costitutive, coinvolgendo anche il laboratorio di Restauro dei Metalli.

“E’ stato un onore occuparci di questo cimelio prezioso- ha detto il direttore dell’Iscr, Gisella Capponi, presente oggi al Museo- Le condizioni erano critiche, abbiamo visto subito che la seta era molto fragile, come poi hanno dimostrato le indagini chimiche e biologiche. Naturalmente, le testimonianze del vissuto della bandiera non potevano essere cancellate, per questo il nostro intervento è stato teso a ridare solidità al tessuto attraverso interventi con il filo, inserito con aghi chirurgici, per ristabilire delle linee di forza”. Tuttavia, ha proseguito, “questo non bastava e così si e’ sperimentato l’uso di supporti in poliestere resistenti ma sottili. Inoltre, abbiamo proceduto a una ulteriore foderatura con la seta. La bandiera è stata naturalmente ripulita della polvere sottile che si era accumulata e ora, sorretta da sottili tessuti, può essere riesposta nella sua forma migliore”.


“Ho visto la bandiera mentre la stavano restaurando- ha detto Franceschini- confesso che ho pensato ‘Che cosa potranno mai fare date le sue condizioni?’. Non mi aspettavo davvero che con la tecnologia, la ricerca e la creatività si potesse arrivare a un lavoro così importante che mostra la straordinaria eccellenza dell’Istituto superiore per la Conservazione e il Restauro”. Questo, ha proseguito il ministro, “è il motivo per cui dopo tanti tagli, quest’anno sono aumentate in modo significativo le risorse destinate all’Istituto, che così potrà svolgere al meglio le sue funzioni, anche ospitando e offrendo la sua competenza a esperti e studiosi di altri Paesi. Siamo orgogliosi per il significato di questa bandiera e per la professionalità di questo restauro“.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it