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L’eredità di Expo a Bologna, “Fico sarà la Disneyland del cibo”

Fico racchiuderà in un logo unico la produzione del cibo italiano, dal campo fino alla forchetta

Pubblicato:26-10-2015 16:11
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:41

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MILANO – “Come Orlando è conosciuta nel mondo per Disneyland, così Bologna lo sarà per Eataly World“. La dichiarazione “esplosiva” è di Oscar Farinetti, fondatore di Eataly che patrocina il progetto Fico, Fabbrica Italiana Contadina – Eataly World, iniziativa decisa a raccogliere l’eredità dell’esposizione universale ponendo Bologna e l’Emilia Romagna al centro di una rete nazionale di valorizzazione del mercato agroalimentare.

fico a expo

“Da Expo raccogliamo un’eredità e lo facciamo nel modo migliore- così il sindaco di Bologna Virginio Merola nel suo intervento- non limitandoci a vivere di rendita su quello che rimarrà di Expo, ma con un progetto davvero unico che potrà fare la differenza e raccogliere il meglio di Expo”. Fico “non ha prodotto alcuna cementificazione. Lavoriamo sul Centro Agroalimentare, i lavori sono molto avanti e suggestivi da vedere, i tetti ospitano il più grande impianto fotovoltaico in Europa. La struttura sarà dunque autonoma dal punto di vista energetico e ospiterà il meglio delle imprese italiane nel settore dell’agroalimentare e dell’alimentazione. E’ un progetto molto ambizioso e insieme molto concreto, un luogo unico da visitare e unico per come è nato e per come è stato progettato”. Dai Consorzi dei prodotti Dop come Parmigiano Reggiano e Grana Padano alle grandi aziende del made in Italy come Lavazza e Granarolo, senza escludere il grande artigianato nostrano celebre nel mondo come la Liquirizia Amarelli o il pastificio marchigiano Campofilone: sono 40 le aziende che avranno il compito di realizzare dal vivo i più importanti prodotti italiani in altrettanti laboratori, sotto la supervisione artistica dello chef Massimo Bottura, componendo quell’oasi atta a far brillare “l’unicità dell’Italia nel mondo”, come spiega Farinetti.


L’Italia, spiega ancora Farinetti, è “un paese in cui c’è il 70% del patrimonio artistico mondiale, con un record del mondo per quanto riguarda le biodiversità” dimostrato “dalle 7300 specie vegetali contro le 2100 del Regno Unito- continua Farinetti- ai 1200 vitigni autoctoni contro i 200 dei francesi, al secondo posto in questa speciale classifica”. Insomma, Fico racchiuderà in un logo unico la produzione del cibo italiano, dal campo fino alla forchetta, deciso a rilanciare l’immagine del paese e a preparare una forte ricaduta economica, il tutto sfruttando il successo di Expo, “un po’ come accadde per l’esposizione del ’61, in occasione del centenario dell’Unità d’Italia, che anticipò il boom economico del secondo dopoguerra”, si auspica Farinetti. Italia al centro del mondo e Bologna al centro d’Italia, come spiega anche il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina: “Noi dobbiamo dare atto al Comune di Bologna e alla Regione Emilia Romagna di aver lavorato per tempo a questo progetto- spiega-, ne parlammo due anni fa prima che aprisse Expo, dunque va riconosciuto all’amministrazione comunale bolognese di avere colto per tempo prima di altre città la traiettoria del tema, ma di aver unito le forze straordinarie delle varie imprese regionali dell’Emilia Romagna, anche perché Bologna ha una grande storia che racconta questo”. Una storia finalmente aperta al mondo, che tra la fine del 2016 e i primi mesi del 2017 potrà visitare quel grande laboratorio chiamato Fico Eataly World: “Questo sicuramente segnerà il cambio del tipo di turismo che arriva nella nostra città” dice Merola, turismo che “a Bologna si è incrementato notevolmente in questi ultimi anni di lavoro”.

“Il nostro aeroporto- continua il sindaco- è stato quotato in Borsa con molto successo; il 3 novembre apriremo la linea Emirates per Dubai e l’estremo oriente. Continuiamo ad aumentare il numero dei passeggeri e grazie alla nostra posizione geografica con l’Alta Velocità possiamo davvero ragionare in termini di città metropolitana con Milano, Firenze, Roma, Venezia. Abbiamo tutte le condizioni perché questa rigenerazione di edifici e questa rigenerazione delle idee attraverso i progetti che si stanno attuando concretamente si basino su quello che è essenziale per una città, cioè la rigenerazione delle persone. Sono le persone che stanno dando vita a questo progetto molto bello”. Un progetto con le persone e per le persone, che si aspetta circa 6 milioni di visitatori all’anno e che, come dice il presidente della Regione Stefano Bonaccini, “poteva nascere solo qui”, dove esiste “un legame forte col territorio, un’elevata specializzazione e una forte attenzione sia alla ricerca che alla sostenibilità ambientale”. A livello strettamente comunale, invece, le risorse possibili sono molteplici, come ricorda ancora Merola: “Noi contiamo sulle persone- spiega- così come contiamo sul fatto di rinnovare la nostra tradizione come città, che è la tradizione di sapere cambiare. Fico sarà un luogo di educazione alimentare e di educazione al buon gusto, al sapere gustare il cibo italiano. E quindi sarà anche una potente spinta gentile alla promozione del cibo italiano e alla sua affermazione nel mondo”. Arriva anche il plauso di Stefano Caliandro, capogruppo Pd in Regione: “Una sfida originale nei contenuti e innovativa dal punto di vista tecnologico che lega assieme le migliori tradizioni del nostro territorio”.

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