SAN MARINO – La decisione di arrivare ad un voto in direzione è stata “sciagurata”, ma “non si può far finta che una opzione non sia stata individuata”. Gerardo Giovagnoli, capogruppo del Psd, sentito dall’agenzia Dire, tenta di sciogliere la matassa ingarbugliata di via Rovellino, all’indomani del quasi- ultimatum lanciato dalla corrente Dem, a seguito della decisione presa dal direttivo di aprire all’alleanza con il Pdcs. Il capogruppo bacchetta quindi chi ha voluto intraprendere la strada del voto martedì sera: “Rimane una colpa di coloro che hanno interpretato l’esigenza di una scelta politica come uno scontro basato sui numeri”. Malgrado “l’errore politico”, Giovagnoli invita a “tentare di ricomporre i conflitti, perché- prosegue- le opzioni politiche non sono mai assolute e definitive”.
Da questo punto di vista, “il Segretario Lazzarini non si doveva dimettere– manda a dire- e ritengo sia bene che le dimissioni vengano rifiutate”. Il Capogruppo invita il suo partito a non mettere al centro dell’attenzione “vittorie parziali ma divisive”. Lancia quindi un monito ai suoi: “In un momento come questo il Psd, tutto il Psd, deve tenere la bussola dei contenuti e della responsabilità nel costruire la coalizione su proposte e con forze politiche seriamente impegnate a risolvere i problemi del Paese e non semplicemente a vincere le elezioni”. In questa direzione si colloca la sua proposta fatta martedì sera di “confrontarsi con chi ha grande rappresentanza nel Paese, ovvero la Dc, da pari– puntualizza- assieme a tutta Ssd, perché rimane imprescindibile l’esigenza di unire le forze e non di dividere, in un momento complesso come questo”.
Bisogna stringere “patti forti– indica- basati su provvedimenti concreti, in particolare, come abbiamo già specificato, sulla salvaguardia e lo sviluppo del sistema bancario e finanziario, sulla tenuta a lungo termine del sistema sanitario e previdenziale e sulla strutturale stabilità di bilancio”. Giovagnoli ripercorre poi “il confronto, purtroppo fallito, sull’ipotesi di una grande coalizione” che “vedeva comunque accettare l’appello un numero ampio di forze”. E su questo invita il Pdcs a riflettere ulteriormente. “Un partito grande ed esperto come la Dc- manda infine a dire- sarebbe stupefacente se facesse vincere logiche di distinzione ed esclusione rispetto alla responsabilità e ai contenuti”.
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