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De Lutio: “L’Italia spinge sull’Africa del futuro” /VIDEO

Intervista al direttore della Farnesina: "Cooperare valorizzando il continente"

Pubblicato:26-07-2016 11:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 08:56

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 Africa_Solar Charger in un villaggioROMA – “I grandi movimenti di popolazione, l’inurbamento con i nuovi modelli di vita, gli aspetti della grande trasformazione del continente”. Sara’ questo, spiega alla Dire Raffaele De Lutio, direttore centrale del ministero degli Esteri per i Paesi sub-sahariani, l’orizzonte del prossimo incontro Italia-Africa. Una tappa in programma tra marzo e aprile del prossimo anno, in continuita’ con un’iniziativa di dialogo e confronto nata su spinta della Farnesina a fine 2013 e culminata il 18 maggio scorso con la Prima conferenza ministeriale ospitata a Roma. “Sara’ un incontro piu’ ristretto, dedicato a un fenomeno che riguarda tutto il continente” anticipa De Lutio, con l’obiettivo “di cogliere le trasformazioni della vita delle popolazioni africane a contatto con la globalizzazione e lo sviluppo economico”. In attesa della Seconda conferenza, prevista nel 2018, l’impegno resta approfondire la conoscenza e il dialogo.

“La prima visita all’estero di Matteo Renzi da capo del governo e’ stata in Tunisia” ricorda il direttore, diplomatico di lungo corso, da Bruxelles a Beirut ad Addis Abeba: “Poi si sono susseguite missioni in Africa occidentale e orientale, centrale ed equatoriale, fino al viaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Camerun e in Etiopia, Paese che ospita la sede dell’Unione Africana, elemento di grande importanza”. Il cammino, pero’, va proseguito. “Sara’ necessario giungere a una vera consuetudine anche personale con i leader africani, come accade gia’ con gli europei e i nordamericani, ma questo logicamente verra’ con il tempo” osserva De Lutio. Convinto che le occasioni non mancheranno, ad esempio al G7, grazie al meccanismo dell'”outreach” verso i Paesi emergenti o in occasione del vertice Europa-Africa in programma nel 2017.


L’assunto di base e’ che verso l’area sub-sahariana serva “un movimento dell’intero Paese”, capace di coinvolgere le aziende e i protagonisti della cultura, cruciali per arricchire le percezioni diffuse del continente. Secondo De Lutio, direttore centrale del ministero degli Esteri per i Paesi sub-saharianiun, un contributo importante puo’ arrivare dalla Cooperazione italiana, che grazie alla riforma definita dalla legge 125 “diviene sistemica e a tutto campo, con una parte pubblica e una privata”. Ma quali le linee di intervento e gli approdi possibili? Il direttore cita il dibattito sollevato nel mondo anglosassone dal settimanale The Economist, convinto che la crescita dell’Africa passi attraverso un aumento della tassazione.


Africa_ Donne lavoratrici in Tanzania“Lo sviluppo del sistema fiscale nell’area sub-sahariana corrisponde a una nuova ‘governance’ positiva e alla creazione di risorse endogene alle economie locali” sottolinea De Lutio: “La Cooperazione italiana deve promuovere sistematicamente una collaborazione che dia ritorno anche ai Paesi africani, coinvolgendo la loro parte pubblica, dando un approccio piu’ ordinato alle loro attivita’ economiche”. Il nostro Paese, insomma, puo’ contribuire al futuro di un continente dinamico e in trasformazione. Un esempio? “L’emergere della borghesia”, risponde De Lutio, “evidente nei nuovi percorsi della moda e in tanti altri aspetti, da ultimo la nascita delle catene locali di supermarket, fenomeno che ormai non e’ piu’ solo sudafricano ma si diffonde in tutto il continente”.

di Vincenzo Giardina, giornalista professionista

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