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Costa: L’acqua è un bene comune non una merce; Toninelli: Voglio ridiscutere integralmente la Tav

edizione del 27 giugno 2018

Pubblicato:26-06-2018 13:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:18
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COSTA: ACQUA È UN BENE COMUNE, NON VA MERCIFICATA

“L’acqua è un bene comune ed in quanto tale non oggetto di mercificazione”. Sergio Costa, ministro dell’Ambiente, lo ribadisce al suo debutto al Consiglio Ambiente dell’Unione Europea dove si discute, tra gli altri temi, l’aggiornamento della direttiva sull’acqua potabile, a seguito dell’iniziativa dei cittadini europei ‘Right2Water’. “La proposta di direttiva sulla qualità delle acque per il consumo umano nasce da una mobilitazione popolare senza precedenti, con quasi 2 milioni di cittadini europei intervenuti per chiedere all’Unione di garantire un accesso sufficiente all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari per tutti”, ricorda Costa, è quindi necessario “inserire l’accesso equo all’acqua e il suo uso sostenibile tra gli obiettivi che la nuova direttiva deve perseguire”.

TONINELLI: VOGLIO RIDISCUTERE INTEGRALMENTE LA TAV

“Ci impegniamo a ridiscutere integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”. Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli lo dice a propostio della Tav Torino-Lione, la contestatissima linea ferroviaria ad alta velocità che attraversa la Valle di Susa, in Piemonte. “Ciò che è notorio- dice Toninelli- è che su questa direttrice non si sia verificato il previsto incremento dei traffici di merci che era il presupposto fondamentale dell’opera, come ha recentemente confermato anche il Commissario di Governo”. Ma Tav a parte “il mio obiettivo e’ quello di riesaminare in tempi brevi le diverse grandi opere per individuare quelle necessarie e buone per i cittadini, che dovranno quindi essere concluse, a partire ovviamente da quelle gia’ iniziate”, aggiunge il titolare del Mit.


IN 2017 OLTRE 46 REATI OGNI GIORNO CONTRO IL MARE

L’assalto ai mari e alle coste italiane non conosce sosta e crescono i reati contestati dalle forze dell’ordine: nel 2017 sono state 17mila le infrazioni contestate, oltre 46 al giorno, con un incremento rispetto all’anno precedente dell’8,5%. E le minacce sono sempre le stesse, a partire dalla mala depurazione che in Italia continua ad essere un’emergenza irrisolta. La fotografia del mare illegale la scatta come ogni anno il dossier ‘Mare Monstrum 2018’ di Legambiente, basato sul lavoro delle Forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto. Se gli scarichi illegali riguardano un italiano su quattro, non va meglio sugli altri fronti: tonnellate di rifiuti, nella stragrande maggioranza plastiche non gestite correttamente, continuano a finire in mare e invadere le nostre spiagge; il cemento abusivo non viene demolito e invade anche i tratti costieri di maggior fascino; la corsa alle trivellazioni petrolifere mette a rischio il Mediterraneo. Per combattere l’assalto salpa di nuovo Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente che da oltre trent’anni ogni estate effettua il periplo delle nostre coste per denunciare e contrastare i ‘pirati del mare’.

LEGAMBIENTE: 24MILA MORTI ONDATE CALORE 2005-2016

Tra il 2005 e il 2016 in 23 città italiane, le ondate di calore hanno causato 23.880 morti, con un vero picco a Roma dove dal 2000 sono morte circa 7.700 persone per ragioni attribuibili a ondate di calore. Tra i più colpiti anziani e malati, specialmente quando le temperature diurne superano i 35 gradi e quelle notturne non scendono sotto i 25. Sono solo alcuni numeri del dossier di Legambiente ‘Le città alla sfida del clima’ sugli impatti dei cambiamenti climatici che stanno trasformando l’Italia. Particolarmente calda l’estate 2017, quella col mese di giugno piu’ caldo degli ultimi 150 anni, segnata da un lungo periodico di siccita’, intense ondate di calore e poi piogge torrenziali come quella tragica che colpi’ Livorno. “Occorre accelerare il passo nelle politiche climatiche, superando la frammentazione di interventi tra i diversi ministeri attraverso una cabina di regia sulle strategie climatiche”, commenta Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale Legambiente.

BURKINA FASO. A OUAGADOUGOU VIA A ‘DIGHE PULITE’

Presto in Burkina Faso inizierà la stagione delle piogge e nella capitale Ouagadougou l’associazione ambientalista J’ai a coeur ma planete, in collaborazione con il Comune, lancia l”Operazione dighe puliti’. Armati di sacchi neri e guanti, i cittadini sono invitati a ripulire dai rifiuti i canali in prossimità delle tre dighe che attraversano il centro della città, alle quali se ne aggiungono altre più piccole che raccolgono l’acqua piovana e raggiungono le periferie. Sacchetti e bottiglie di plastica, cartoni da imballaggio, scarti alimentari finiscono nei canali, oppure vengono gettati intenzionalmente dalla popolazione, e con l’arrivo delle piogge abbondanti il rischio di inondazioni è concreto. “Ci penserà il Comune poi a ritirare l’immondizia raccolta”, assicura il sindaco Armand Beoundé, “questo è un appello a migliorare la vita quotidiana della collettività”.

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