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Processo di pace in Myanmar, Aung incontra i gruppi armati

Accade nell'ambito del secondo round del processo di riconciliazione nazionale

Pubblicato:26-05-2017 15:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:16

aung san suu kyi
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ROMA –  Il consigliere di Stato e leader de facto del Myanmar Aung San Suu Kyi ha ricevuto a colloquio privato i delegati dell’Alleanza del nord, nell’ambito del secondo round del processo di riconciliazione nazionale, iniziato lo scorso anno subito dopo l’ascesa del suo partito al governo, e che da qualche giorno sono ripresi nella capitale Naypyidaw.

Come riferisce il quotidiano cinese ‘The Global Times’, il portavoce di una delle principali formazioni, l’Uwsa, ha detto che l’incontro “non ha prodotto risultati significativi, ma il clima familiare in cui si e’ svolto rappresenta una base importante per i futuri rapporti”, nella convinzione che “se tutti si impegnano per la pace, questa un giorno potra’ essere raggiunta”.

L’incontro impensierisce gli osservatori per due ragioni: prima di tutto questi sette gruppi armati – ognuno dei quali difende gli interessi di una comunita’ etnica specifica – non figurano tra quelli che a ottobre 2015 hanno sottoscritto il cessate il fuoco, con cui le autorita’ hanno posto fine alla guerriglia a livello nazionale.


Poi, sono gli unici ad aver avuto un incontro privato con Suu Kyi – tra i 130 gruppi etnici presenti in questi giorni a Naypyidaw – che ha fatto del processo di riconciliazione nazionale il proprio cavallo di battaglia. In terzo luogo, l’Uwsa – l’Esercito unito dello Stato Wa – non solo e’ alla testa di questa Alleanza, dando prova da qualche mese di una crescente forza politica, ma rischia di diventare la chiave con cui Pechino potra’ finalmente realizzare in Myanmar i propri piani strategici, in virtu’ degli stretti rapporti che lega il movimento armato al gigante asiatico.

L’Uwsa conta 25mila combattenti, ed e’ il braccio armato del gruppo etnico Wa, accusato di finanziare le sue attivita’ grazie al traffico di droga.

Dal 1989 ha interrotto ogni attivita’ violenta ottenendo in cambio dalla giunta militare allora al potere il controllo del proprio territorio. Oltre a controllare quindi una vasta regione al confine con la Cina, e’ saldamente legato a quest’ultimo Paese per via del fatto che i birmani Wa parlano cinese mandarino, utilizzano lo yuan nonche’ le reti delle grandi aziende cinesi per le comunicazioni.

Per Pechino questa alleanza rappresenta un’occasione unica, dal momento che – come ricordano le fonti – puo’ finalmente avere la possibilita’ di mettere le mani sulle ingenti riserve di pietre preziose e legname del vicino birmano. Inoltre, il sospetto che il potente vicino asiatico finanzi direttamente il gruppo armato e’ un modo per esercitare pressioni sul governo di Suu Kyi: la Birmania resta l’ultimo territorio “da espugnare” da parte della Cina per completare il piano ‘One belt, one road’, una fascia di infrastrutture in grado di collegare al Cina all’Europa.

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