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Bologna, domenica chiude il Cinema Capitol. Ma il gestore assicura: “Torna”

E sui sindacati: "Sono dei disturbatori"

Pubblicato:26-05-2017 14:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:16

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BOLOGNA – “Il Capitol chiude esattamente domenica, il 28 maggio. Dal 29 non ci sarà più” e già quel giorno “cominceremo a togliere macchine di proiezioni, schermi e tutto ciò che è di nostra proprietà”.

A pronunciare il verdetto è Alessandro Morandi Berselli, che gestisce il cinema di via Milazzo, a Bologna, tramite la Cine Servizi. Il dato della chiusura per ristrutturazione, dunque, è tratto. Ma Morandi Berselli è certo: “Qui deve tornare il cinema”.

Se accadrà con “due, tre o quattro sale lo vedremo”, continua l’imprenditore, che oggi ha incontrato la stampa per dire la sua sul caso esploso nelle ultime settimane.


Come noto, l’attuale proprietà dell’immobile ha deciso di vendere e c’è un acquirente, che arriva da fuori città ed impegnato nel settore tessile, intenzionato ad utilizzare lo stabile con finalità commerciali.

Cosa che, assicura Morandi Berselli, non comporterà la sparizione del cinema e neanche una sua permanenza con una sola piccola sala o addirittura solo una saletta multimediale, come prescrive la cosiddetta norma “salva-cinema” del Comune.

“Abbiamo un accordo con il nuovo proprietario”, dice il gestore: per essere precisi “una stretta di mano, non ancora un accordo scritto”. Ma la nuova proprietà “è serissima”, assicura Morandi Berselli, che dunque esclude si vada a finire con l’ipotesi di minima prevista dalla delibera comunale.

L’edificio ha le potenzialitè per conservare “una porzione di cinema rilevante più i negozi”, afferma il gestore: non c’è un’idea già definita, l’ipotesi peggiore sarebbe di tenere due sale ma il nuovo proprietario non ha escluso di “riaprire con quattro”, cioè il numero attuale, anche se ovviamente riducendo i posti complessivi.

I tempi dei lavori? “Non vedo meno di sette o otto mesi ad essere bravi”, spiega Morandi Berselli, assicurando che per gli attuali otto dipendenti il futuro non è nero: intanto hanno già chiesto la disoccupazione, ma per loro c’è la “garanzia” che verranno ricollocati, sempre senza dimenticare che la Cine Servizi conta di riavviare la gestione del cinema lì dov’è; “non è che chiudiamo per non riprendere questi dipendenti e ne vogliamo di nuovi, vogliamo questi perchè sono bravi e sono con noi da anni”.

La nuova proprietà “sa che deve fare un cinema e ha detto che lo farà, sono persone serissime e perbenissimo“, confida Morandi Berselli. E così, agli spettatori preoccupati il gestore dice di stare tranquilli: “Torniamo. Non sappiamo se con due o tre o quattro sale, ma il cinema torna”.

I SINDACATI? “DISTURBATORI”

Nella vicenda del cinema Capitol di Bologna stanno pesando “operazioni di disturbo create ad arte”. Passa al contrattacco Morandi Berselli. “Il nostro auspicio era che non si creasse questa confusione mediatica”, ma alla fine “quelli che hanno disturbato questa trattativa sono stati in tanti, a cominciare dai sindacati”.

Come gestore “finora avevo mantenuto un profilo basso, perché c’è un venditore che vende e un compratore che compra ed essere di disturbo non era la cosa giusta da fare”, afferma Morandi Berselli, che però oggi ha deciso di incontrare la stampa vista la “marea di sciocchezze” sentite negli ultimi giorni.

Da parte del Comune e dei sindacati “si dicono una marea di cretinate”, insiste l’imprenditore: “Vogliono far passere che lo str… sono io, ma in realtà del Capitol non frega a nessuno“.

In cima alla lista di Morandi Berselli ci sono i sindacati. “Qui non c’è neanche un lavoratore sindacalizzato”, afferma il gestore indicando i dipendenti del Capitol, presenti alla conferenza stampa. “E non risulta siano stati chiamati dal sindacato o dal Comune” per un eventuale incontro, come quello di cui ha parlato l’assessore Matteo Lepore.

“I sindacati sono aggressivi con noi”, sbotta l’imprenditore, tirando fuori la storia di un precedente licenziamento che vedrebbe coinvolto un parente di un sindacalista. “Noi li abbiamo salvati tutti i cinema. Siamo i più bravi a gestirli”, rivendica Morandi Berselli, che nega particolari problemi con i lavoratori: c’è solo stato un errore da parte del consulente, a causa del quale per cinque anni “abbiamo dato degli stipendi in più, ce ne siamo accorti e li abbiamo richiesti indietro”.

EX DIPENDENTI: CALPESTATI I NOSTRI DIRITTI

“Parlano da soli i nostri conti in rosso: alcuni di noi aspettano ancora stipendi del 2016″. E’ la segnalazione che arriva da alcuni lavoratori (o ex) dei cinema di Bologna che fanno capo al gestore Alessandro Morandi Berselli: Capitol, Chaplin e Fossolo. Lo stesso imprenditore, oggi, nella conferenza stampa sul Capitol ha negato l’esistenza di particolari problemi con i dipendenti, alcuni dei quali presenti all’incontro (LEGGI SOPRA). In una lettera firmata da otto persone, però, si parla di diritti “calpestati”.

La lettera arriva dopo che nelle bacheche del Capitol sarebbe apparso, nei giorni scorsi, un manifesto con attacchi al sindacato, al Comune  e anche ai dipendenti.

“Siamo lavoratrici e lavoratori dei cinema in gestione Morandi Berselli. O meglio, ex: alcuni di noi- comincia la lettera- hanno ricevuto il 14 aprile una lettera di licenziamento dal Capitol per il 20 maggio. Altri lavoravano in altri cinema del gruppo e sono stati costretti a dimettersi perché non ricevevano lo stipendio con regolarità da mesi”.

Ma la lettera non serve tanto a “denunciare la nostra situazione o portare nuovamente all’attenzione questioni riguardanti la gestione comunale della cultura e dei cinema”, perchè questo sarà affrontato “nelle opportune sedi sindacali e legali”, scrivono gli otto firmatari. “Quella che vogliamo esprimere è la nostra indignazione. Per le falsità che la direzione ha divulgato, su di noi e sulla nostra situazione lavorativa- si legge nella missiva- pur dopo i mille compromessi a cui siamo dovuti scendere per riuscire a lavorare con loro, pochi superstiti nel mare di turnover che ha contraddistinto da tempo i nostri luoghi di lavoro”.

(Maggiori dettagli e video nel notiziario DIRE in abbonamento)

di Maurizio Papa, giornalista professionista

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