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Bologna, domani sfila la moda ‘Social chic’. E’ c’è pure un abito da sposa

BOLOGNA - C’è una signora marocchina bravissima (“E' brava

Pubblicato:26-05-2016 17:33
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:47

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BOLOGNA – C’è una signora marocchina bravissima (“E’ brava a fare tutto, ha lavorato anche al nostro catering”), un signore sudanese che ha vissuto più di 20 anni in Libia e faceva il sarto, una ragazza del Camerun che si occupa dei gioielli etnici e una giovane ivoriana. “Ma ci mancava un modellista: abbiamo messo un annuncio e si è candidata una signora italiana, cassaintegrata da un bel po’, che faceva al caso nostro”: Loretta Michelini, presidente di MondoDonna Onlus, associazione bolognese che da oltre 20 anni si occupa di accoglienze e sostegno per donne straniere in difficoltà con minori a carico e di richiedenti asilo, presenta così la squadra della sartoria Social Chic che domani, dalle 17 alle 20 nel Cortile del Pozzo di Palazzo d’Accursio, presenterà, in anteprima assoluta, la sua prima collezione di abiti in occasione del “Social Chic fashion mob”. La sartoria Social Chic, avviata lo scorso novembre, occupa donne e uomini ospiti delle strutture d’accoglienza dell’associazione.

moda_solidale2Un progetto portato avanti anche con la collaborazione di un creativo -che preferisce restare anonimo- con tanti anni di esperienza in alcune delle più grandi aziende del settore e di una stilista italiana, che si è resa disponibile a seguire il progetto per valorizzare e implementare le competenze del team, in un’esperienza fondamentale per il loro futuro reinserimento: “Tutto quanto prodotto dalla sartoria è interamente realizzato da queste persone”. L’idea di creare una sartoria come Social Chic è partita dal desiderio di una grande azienda del settore tessile di regalare le sue rimanenze: “Ha contattato una nostra struttura mamma-bambino- spiega Michelini- perché per una serie di ragioni le rimanenze non possono più essere utilizzate. Questa azienda conosce bene le nostra attività, e ha pensato fossimo le persone giuste. In poco tempo abbiamo raccolto quintali di tessuto, così, abbiamo fatto un bilancio di competenze delle donne della onlus, come a suo tempo facemmo per mettere in piedi il catering di Altre Terre. Molte sono forti in cucina e a cucire: le donne del Bangladesh e del Pakistan, per esempio, sono abilissime a ricamare, proprio per tradizione. Abbiamo selezionato le più preparate e siamo partiti”.


Contemporaneamente, MondoDonna ha partecipato al bando di Case Zanardi e ha aperto all’emporio di via Capo di Lucca il punto d’ascolto Chiama chiAma e due laboratori in quello di via Abba per lo stoccaggio delle stoffe e per partire concretamente con il progetto. Step successivo, l’acquisto degli strumenti necessari. “La sfilata a Palazzo d’Accursio è una grande soddisfazione– continua Michelini- ci sono capi importanti, anche molto ambiziosi. Addirittura c’è un abito da sposa, questo perché vogliamo fare una cosa seria, puntando in alto. Il team ci crede moltissimo”. Tutti capi unici, perché realizzati con le stoffe disponibili, e tutti a mano. “Il nostro desiderio, oggi, è che un grande brand scopra Social Chic e ci proponga un lavoro continuativo. Già, perché il sogno è quello di diventare un’impresa del settore a tutti gli effetti, ma per fare questo salto ci serve qualcuno disposto a darci una mano”.

“Naturalmente, questo progetto ci permette anche di dimostrare a tutti le capacità professionali delle persone coinvolte. Lo dico sempre: per me è una grande fortuna averle conosciute: hanno culture diverse, traumi terribili alle spalle. Ma lavorano insieme e convivono. Tutti hanno vissuto una situazione di disagio, sia familiare o economico, ma proprio quel disagio comune li ha uniti e ha permesso loro di cominciare a progettare, insieme, un futuro migliore”.

(Dires – Redattore Sociale)

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