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Lungarno, ecco cosa resta dopo il crollo / IL VIDEO DENTRO IL CANTIERE

FIRENZE - Ecco come si presenta questa mattina il lungarno Torrigiani, a Firenze,nel punto in cui ieri sono sprofondati

Pubblicato:26-05-2016 10:20
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:46

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FIRENZE – Ecco come si presenta questa mattina il lungarno Torrigiani, a Firenze,nel punto in cui ieri sono sprofondati più di 200 metri di strada, che hanno ceduto dopo la rottura di un tubatura dell’acqua nel sottosuolo.

Lungarno crollo

Il cronista dell’agenzia Dire, questa mattina all’alba, si è introdotto nell’area transennata del cantiere per documentare lo stato della voragine. Il ripristino, diceva ieri il sindaco di Firenze Dario Nardella, dovrà essere completato prima della fine dell’estate, per non rischiare di trovarsi con i lavori da fare nella stagione delle piogge. Ora bisognerà capire come procedere con i lavori, con i primi interventi urgenti che partiranno subito in questi giorni, anche perchè non si sa per quanto tempo potranno reggere le spallette danneggiate.


Ieri c’è stato il primo tavolo tecnico con il Genio civile e tutti gli enti che hanno competenza idraulica, questa mattina invece ci sarà il secondo vertice. Come fare a rimettere in piedi la porzione di strada che ha ceduto e ricreare l’argine in sicurezza? Due le ipotesi, una più accredita, l’altra per ora più di sottofondo. “Stiamo pensando di inserire una fascia di micropali in corrispondenza delle abitazioni, per mettere in sicurezza i palazzi. Poi andremo a togliere la terra collassata. Infine demoliremo e ricostruiremo su nuove fondamenta la spalletta”. A spiegarlo è l’ingegnere Giacomo Parenti, direttore generale del Comune di Firenze. Alla soluzione tuttavia, confessa alla ‘Dire’, non mancano le incognite. Una su tutte: “C’è da capire se il manto stradale rimasto reggerà il peso dei macchinari necessari per inserire i pali nel sottosuolo”.

Per questo resta in pista una seconda ipotesi, ovvero fare i lavori al contrario: partire dall’Arno, issando unapalancolata sul fiume, demolire l’argine, ricostruire, svuotare e ripienare. Il costo? “Stiamo valutando una soluzione che possa costare tra i 4 e i 5 milioni”, assicura Parenti. Sui tempi c’è invece incertezza, anche se il lavoro va fatto in fretta visto che c’è apprensione sulla tenuta delle spallette lesionate se il timing si dovesse allungare fino alle piene autunnali. Parenti però taglia corto: “Lo potremmo fare in alcune settimane, ma dobbiamo partire subito”.

di Diego Giorgi, giornalista professionista

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