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Genova, Rixi: “Salvini al Cap, niente piano b”. E Toti: “Imbecille chi vuole bloccarlo”

Polemiche per la visita di Matteo Salvini in città domenica: il segretario della Lega nord viene a parlare di lavoro

Pubblicato:26-04-2017 14:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:09

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GENOVA – “Non c’è un piano b, il convegno di domenica si terrà al Cap, come ha deciso anche il direttivo del Circolo autorità portuale a cui abbiamo chiesto lo spazio”. Così il segretario regionale della Lega nord e assessore allo Sviluppo economico, Edoardo Rixi, interviene sulle polemiche per la prossima visita a Genova del segretario federale del Carroccio Matteo Salvini, che domenica parlerà di lavoro nella sala del Circolo autorità portuale, storico punto ritrovo di sinistra e centrosinistra genovesi. “Visto che si parlerà di lavoro e anche del futuro di molti lavoratori portuali- spiega Rixi- credo sia giusto parlare in una sala che rappresenta tantissimo per il lavoro a Genova e di cui abbiamo grande rispetto. Andiamo là semplicemente in senso di rispetto, anche verso il mondo della sinistra che per tanto tempo ha professato questi valori. Fossi uno di sinistra che va lì a contestare, mi farei delle domande”.

L’assessore ricorda che “non si tratta di un convegno elettorale ma di un convegno sul lavoro: potevamo farlo anche in un albergo di lusso ma sarebbe stato irrispettoso nei confronti dei tanti lavoratori genovesi che in questo momento soffrono la disoccupazione e la crisi”. E a ridosso del 25 aprile, il segretario regionale della Lega nord cita il partigiano “Bisagno”, al secolo Aldo Gastaldi: “Non contesto tanto chi combatte o professa un’altra opinione- dice Rixi- io contesto i metodi fascisti che purtroppo sono presenti non solo tra i fascisti”. Infine, Rixi dribbla la domanda sui timori per la sicurezza, dopo le scritte comparse ieri sui muri attorno alla sede del convegno e l’annunciata contromanifestazione di domenica. “Ci sono scritte in mezza Genova che dicono ‘Rixi boia, via da Genova’. Scrivere sui muri non è segno di grande rispetto: se la gente fosse un po’ più educata e rispettosa degli altri, probabilmente in questa città si vivrebbe tutti un po’ meglio”.

TOTI: “SALVINI? IMBECILLE CHI VUOLE BLOCCARLO”

“Se qualche imbecille vuole farne una questione di confusione o decide che in questa città deve parlare solo chi è d’accordo con lui, mi sembra una cosa intollerabile non solo per Genova ma per i principi generali di democrazia e libertà per cui qualcuno, che abbiamo festeggiato ieri, è morto 72 anni fa”. Così il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, risponde alle polemiche per la prossima visita a Genova del segretario federale della Lega nord Salvini. “L’idea che qualcuno possa decidere chi parla o chi non parla a prescindere è semplicemente aberrante– prosegue Toti- bisognerebbe smetterla di considerare questa città, questa regione e anche l’Italia, un posto dove si può parlare solo quando si è d’accordo con certa parte della sinistra, specie sinistra estrema”.


Per il governatore, Genova è “una città libera, che si è guadagnata, sulla pelle di concittadini che si sono sacrificati, la libertà di essere diversa”. Per quanto riguarda l’incontro di domenica, Toti ricorda che il segretario del Carroccio “viene a parlare di lavoro e credo sia una cosa di cui questa regione abbia assolutamente bisogno. Viene a parlare in modo assolutamente pacifico e a confrontarsi con una giunta sostenuta dal suo partito. Non è solo utile che venga ma anche doveroso”. Toti si augura non vi siano “timori per l’ordine pubblico. Lo spirito della democrazia è che venga Salvini e dica la sua opinione e che nella stessa sala venga qualcuno che pensa l’opposto di Salvini. Credo che questo sia il Paese per cui tante generazioni di italiani hanno lottato”. Infine, una stoccata al centrosinistra in pieno clima di campagna elettorale. “Se qualcuno pensa che si debba tornare al pensiero unico della sinistra o magari ha paura di perdere le elezioni e fa assurde chiamate alle armi sulla base di valori che non sono solo suoi- conclude- me ne spiaccio: credo sia sulla strada sbagliata“.

di Simone D’Ambrosio, giornalista

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