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A Cortinametraggio il meglio della cinematografia italiana breve

Le nuove tendenze del 'branded content' con Riccardo Denaro esperto di produzioni video e digital media Di Daniele Rosa per

Pubblicato:26-03-2018 15:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:41
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Le nuove tendenze del ‘branded content’ con Riccardo Denaro esperto di produzioni video e digital media

Di Daniele Rosa per www.affaritaliani.it

ll meglio della cinematografia ‘breve ‘italiana è concentrata per una settimana a Cortina D’Ampezzo nel corso della 13esima edizione di Cortinametraggio, il Festival ideato e diretto da Maddalena Mayneri.

Tante le novità della nuova edizione. In particolare quest’anno si è guardato all’Oriente e Cortinametraggio ha fatto un’alleanza con l’Italian Film Festival di Bangkok. Un gemellaggio in grado di aprire il festival italiano al mondo internazionale e di produrre un ricco scambio di relazioni artistiche e culturali.

Molti gli ospiti presenti alla manifestazione come la cantante lirica Carly Paoli, l’attrice di Violetta Clara Alonso e il regista di Desperate Housewives e Ugly Betty ,David Warren.


Tanti i premi sostenuti da aziende lungimiranti vicine alla cultura come Twinset , che premierà il miglior corto in assoluto e il Gruppo Bayer che ha voluto sostenere il premio delle migliori opere dedicate ‘alla donna in tutte le sue eccellenze’. Un tema questo quanto mai attuale.

Il festival dei ‘corti’. A colloquio con Riccardo Denaro, Ceo di Area Stream

Presenti diversi esperti del settore audiovisivo e del digital story telling. Tra questi Riccardo Denaro, fondatore e Ceo di Area Stream, video digital factory di Milano con clienti multinazionali e aziende italiane.

Area Strem ha partecipato alla rassegna ampezzana con un videoclip di giovani autori del panorama trap-rap dal titolo ’Non Basta’. Un videoclip sul tema della lotta alla droga che ha raggiunto,  nel giro di poche settimane, la significativa cifra di 50000 visualizzazioni.

Con Riccardo Denaro parliamo di nuove tendenze nel campo della produzione video e del ‘brand content’ in Italia.

Come si presenta l’attuale mercato nel nostro paese?

‘Il mercato italiano, così come il panorama internazionale, si è evoluto sotto la spinta della crescita esponenziale dei social media. La fruizione da parte dell’utente finale ha ora sempre più bisogno di contenuti capaci di raccontare storie ma con una tecnica produttiva che sappia utilizzare i nuovi formati dell’era digitale. Formati, linguaggi e durata sono i segreti della nuova comunicazione digitale, fatto salvo il motore indispensabile, quello della creatività’.

Il Festival dei ‘corti’. Il digitale fenomeno per tutti ma ‘non da tutti’.

E questo, più in particolare, cosa significa?

‘A fronte di un’offerta provocata dal digitale, praticamente incontrollabile, dove tutti fanno contenuti ( youtuber, film maker , blogger etc) è necessario che chi produce sappia comunicare ad un target mirato. Ora la richiesta è di avere prodotti sempre più ‘tailor made’. C’e’ stato un vero e proprio terremoto nella comunicazione, sia nel modo di raccontare sia per quanto riguarda le nuove competenze dei professionisti del settore. Dai registi, ai produttori, ai videomaker per finire con gli attori’.

Quindi è sbagliato dire che il digitale possa semplificare la realizzazione del prodotto video e che tutti siano in grado di farlo?

‘Il digitale è stato la causa di una rivoluzione epocale nella comunicazione e ha permesso a tutti di raccontarsi e raccontare. Ma il digitale è per tutti ma non per tutti. E’ un mondo nuovo paragonabile ad un ecosistema con delle regole proprie che devono essere molto ben conosciute. Ed è quindi per questo che la professionalità è fondamentale’.

Il Festival dei ‘corti’. La richiesta di ‘stories telling’ dalle aziende

Cosa chiedono le aziende in particolare ad una realtà come Area Stream?

‘Ci chiedono di pensare, nella genesi creativa, a video storie che siano studiate sia in fase di scrittura, che di ripresa e montaggio per essere distribuite in contemporanea su schermi diversi con timing e tagli differenti.

Alla fine per l’azienda e il suo brand ciò che rimane immutato è l’estremo bisogno di comunicare. Occorre però la consapevolezza che l’arena è cambiata: il contenuto è rimasto sempre il re che fa la differenza ma si sono modificate sostanzialmente le metodologie narrative e tecnologiche’.

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