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“Non sono un terrorista”: paura a Roma, sospetto rintracciato in Tunisia

Sarebbe stata spedita per una lite di natura economica la lettera consegnata all'ambasciata italiana a Tunisi che parlava di un terrorista pronto a colpire la capitale

Pubblicato:26-03-2018 11:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:40

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ROMA – Atef Mathlouthi non è un uomo in fuga e, soprattutto, “non è un terrorista”. Dopo le rassicurazioni della Questura di Roma, che a proposito dell’uomo aveva parlato di “allarme rientrato”, sono arrivate anche le sue parole, una volta rintracciato dalla trasmissione di Raitre ‘Chi l’ha visto?’.

Nei giorni scorsi all’ambasciata italiana a Tunisi era arrivata una lettera anonima in cui si parlava di una possibile minaccia terroristica in Italia, in particolare nel centro di Roma, da parte di un cittadino tunisino.

Intervistato dalla trasmissione di Raitre Atef Mathlouthi, che si trova a Mahdia, in Tunisia, ha spiegato: “Non sono un terrorista, non sono in fuga”. Ed è intenzionato a denunciare tutti. L’uomo, che lavora in un bar, è stato prelevato sul posto di lavoro e trattenuto dalla Polizia per tutta la giornata di ieri. Dal 2012 in Tunisia, non riesce a rientrare in Italia a causa del permesso scaduto e non rinnovato per problemi con la giustizia avuti in passato.


Prima di rintracciarlo in Tunisia, la polizia italiana si è recata nella casa dove si trova la moglie, italiana, che vive a Palermo con i 4 figli avuti dall’uomo: “Mi sono spaventata molto”, ha detto Beatrice, il nome della donna, anch’essa intervenuta a ‘Chi l’ha visto?’.

Alla trasmissione è intervenuto anche l’avvocato dell’uomo: è emerso che a spedire la presunta lettera anonima sarebbe stata una donna, moglie di un collega di Mathlouthi, con cui avrebbe un contenzioso economico.

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