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Scrive la tesi di laurea su un eroe antimafia, lui si presenta alla discussione

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Pubblicato:26-02-2019 12:17
Ultimo aggiornamento:26-02-2019 12:17

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ROMA – Scrive la tesi di laurea su un eroe antimafia scampato a un attentato, lui si presenta alla discussione. E’ successo all’Università Niccolò Cusano, ieri a Roma. La protagonista della vicenda è Lucia Di Gangi, studentessa in Giurisprudenza, che ha deciso di dedicare la tesi di laurea a Giuseppe Antoci che nel maggio 2016, quando era Presidente del Parco dei Nebrodi, riuscì a scampare ad un assalto mafioso: i criminali bloccarono la sua auto blindata mettendo pietroni sulla strada che da Cesarò porta a San Fratello e spararono alcuni colpi di arma da fuoco colpendo la vettura. Questo perché Antoci si era opposto alla ‘mafia dei pascoli’, che si aggiudicava terreni pubblici aggirando il Codice antimafia e intercettando poi fondi europei.

“Ho voluto approfondire questa vicenda- ha spiegato Lucia Di Gangi ai microfoni di Radio Cusano Campus- perché quando si parla di mafia tutti fanno riferimento al traffico di stupefacenti e alle estorsioni, ma in realtà all’ombra di Cosa Nostra vi è un tipo di mafia, meno conosciuta ma non per questo meno spietata, legata ai terreni. I Comuni che sono titolari di centinaia di ettari di terreni pubblici, per non tenerli fermi, indicono dei bandi di gara. In base a quanto veniva disposto dal Codice dell’antimafia, al di sotto dei 150mila euro non era necessaria la certificazione antimafia, bastava un’autocertificazione. Quindi il mafioso dichiarava di non esserlo e usufruiva dei fondi europei, intascando milioni di euro“.

D’altro canto, spiega la dottoressa, “i centri di assistenza agricola non sono tenuti a controllare la regolarità dei contratti di affitto e di coloro che richiedono le convenzioni ed è per questo che è intervenuto Giuseppe Antoci. Con il protocollo siglato il 18 marzo 2015 tra la Prefettura di Messina, la Regione Sicilia, i 24 Comuni dell’area protetta e l’Ente di sviluppo agricolo hanno portato a zero euro la soglia, facendo diventare obbligatoria la certificazione antimafia. Subito sono arrivate le minacce nei confronti di Antoci e sono diventate sempre maggiori. Al successivo bando di gara si è passati alla verifica dei nominativi e l’interdittiva antimafia ha riguardato circa il 90% dei partecipanti“. 


“Lucia ha fatto un bel lavoro -ha affermato Giuseppe Antoci a Radio Cusano Campus- Quanto è stato fatto in questi anni sul piano normativo e operativo per togliere alle mafie i milioni di euro di fondi europei per l’agricoltura è un caposaldo che fa parte non solo della nostra legislazione, ma anche del recupero della dignità di uno Stato che doveva necessariamente interrompere flussi denaro pubblico ai mafiosi. Questa era una pagina brutta che noi abbiamo interrotto con grande difficoltà“.

“Sul protocollo e sulla legge ci sono decine di tesi di laurea in tutta Italia- ha aggiunto Antoci- ma ho deciso di essere presente ieri alla discussione della tesi di Lucia perché questa ragazza rappresenta una bella storia di questo Paese. Quando l’ho conosciuta mi ha detto che la mia vicenda le ha fatto venire voglia di mettersi in gioco, di studiare, di dare un contributo a questo Paese. Vedendola ieri discutere la tesi in maniera così brillante, ho pensato che questo Paese può davvero riprendersi in mano la dignità di una lotta alla mafia praticata e non predicata. Lucia ha praticato bene la costruzione della tesi perché ci ha messo il cuore. Io sono stato orgoglioso di averle fatto questa sorpresa, che comunque ha fatto più bene al mio cuore che al suo. Questo è un pezzo del Paese che vale la pena raccontare. Lucia rappresenta i giovani che vogliono assumersi un pezzetto di responsabilità per cambiare questo Paese e noi dobbiamo essere contenti di questa classe di giovani che sta crescendo”.

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