ROMA – “Per quanto riguarda la vicenda Unisan, evidenziamo prima di tutto che il contenzioso in atto – tra privati – in merito ai locali dove si svolgono le prestazioni sanitarie, è stato avviato con lo sfratto da parte del proprietario privato, e non riguarda in alcun modo la Regione Lazio. Non di meno sono in corso le verifiche, doverose per legge, concernenti i criteri strutturali ed igienico sanitari che avranno verosimilmente termine in questi giorni. Nonostante ciò, la Asl e la Regione garantiranno in ogni caso la continuità assistenziale”. Lo comunica in una nota la Asl Roma 3.
“Leggo con piacere quello che già mi era stato comunicato, ovvero che sono in corso le verifiche, doverose per legge, concernenti i criteri strutturali ed igienico-sanitari. Anche se da quanto evidenziato dai cittadini, a loro sarebbe stata comunicata l’imminente chiusura, e questa è la fonte delle loro preoccupazioni. Motivo per cui si sono rivolti al garante richiedendo un intervento tempestivo a tutela dei loro figli. Mi domando allora se già esiste un piano ufficiale di ricollocazione dei bambini, perché le famiglie continuano a sollecitare una risposta sulla questione e sul loro futuro”. Lo dichiara il garante per i diritti dell’Infanzia della Regione Lazio, Jacopo Marzetti, interpellato dall’agenzia Dire in merito al rischio chiusura della struttura Unisan nel quartiere Portuense, a Roma, gestito da un consorzio di cooperative in convenzione con la Regione Lazio e la Asl Roma 3, che accoglie circa 200 bambini disabili da 0 a 9 anni con progetti individuali per il recupero di ogni tipo di disabilità.
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