Gioco, a Bologna “quasi tutte le slot e sale dovranno chiudere”. Troppo vicine a scuole e chiese
Ora ci sono centinaia di locali, ma nel giro di qualche anno- assicura il Comune- si andrà verso una riduzione pressochè totale
Pubblicato:26-01-2018 18:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:24
BOLOGNA – Il Comune di Bologna ha quasi completato la mappa che incrocia la presenza di locali dotati di slot machine e sale giochi con i cosiddetti luoghi sensibili, come scuole e chiese, che per legge regionale non possono convivere a meno di 500 metri di distanza.
Il risultato? Nel giro di qualche anno l’eliminazione “quasi totale” degli spazi dedicati al gioco d’azzardo. Oggi sono pochissimi, infatti, i casi in cui il requisito dei 500 metri è presente. A spiegarlo alla ‘Dire’ è l’assessore al Commercio, Alberto Aitini.
Non ci sono ancora dati ufficiali perchè la mappa, per quanto “quasi definitiva”, spiega Aitini, è ancora sotto forma di bozza: lo stesso assessore, ieri, l’ha presentata in commissione. Il lavoro completo arriverà sul tavolo della giunta tra un paio di settimane, assicura Aitini, ricordando che “la delibera regionale a cui aderiamo e dalla quale prendiamo in larghissima parte spunto- continua l’assessore- prevede che ci siano dei luoghi sensibili come scuole, ospedali o parchi giochi dai quali gli esercizi che hanno slot machine o le sale giochi devono stare distanti almeno 500 metri, che si calcolano pedonalmente”.
Ebbene, in base alla mappatura “di fatto a Bologna si andrà verso una riduzione quasi totale del numero dei locali in cui ci sono le slot machine e delle sale giochi- afferma l’assessore- perchè in quasi tutta la città ci sono meno di 500 metri tra questi luoghi e quelli sensibili”.
A fronte delle “centinaia” di locali in cui oggi si gioca, le novità in arrivo rappresentano “un passo importantissimo– sottolinea l’assessore- perchè sostanzialmente andiamo ad eliminare in quasi tutta Bologna, quindi quasi ad azzerare, il gioco d’azzardo”.
L’operazione, precisa però Aitini, “in realtà non sarà immediata” ma graduale, perchè le convenzioni in essere potranno comunque andare a scadenza, ma non potranno essere rinnovate. “Ci vorranno alcuni anni“, conclude dunque Aitini, ipotizzando che le ultime convenzioni arriveranno a scadenza nel 2022.
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