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Smac card, imprenditori sul piede di guerra: “Ci guadagnano solo le banche, dall’1 marzo dovremmo uscire tutti”

SAN MARINO - Commercianti, artigiani e liberi professionisti pagano, lo Stato rastrella qualche euro, le banche guadagnano. E'

Pubblicato:26-01-2016 11:23
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:50

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SAN MARINO – Commercianti, artigiani e liberi professionisti pagano, lo Stato rastrella qualche euro, le banche guadagnano. E’ il quadro della ‘Smac card’ disegnato dalle categorie ieri sera durante l’assemblea generale di presentazione di Imprenditori sammarinesi uniti (Ius), la confederazione che riunisce le sigle di Osla, Usot e Usc. Durante l’evento, che ha raccolto oltre 250 persone al centro congressi Kursaal di San Marino, il presidente di Osla, Mirko Dolcini, ha rilevato che “attualmente le cifre relative a un acquisto effettuato con la Smac vanno nel conto corrente dell’operatore economico, ma dal 2017, secondo una nota diffusa dalla segreteria di Stato alle Finanze il 30 settembre scorso, si pagherà una commissione a ogni transazione“. Di qui la domanda: “A chi giova tutto ciò? Lo Stato non incassa, gli imprenditori sono incazzati e gli istituti di credito ci guadagneranno”. Per gli associati, inoltre, attualmente si pagano alle banche i costi “dei Pos e quelli relativi alla trasformazione a borsellino elettronico”.

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Dolcini individua inoltre un fallimento nella lotta all’evasione fiscale che la Smac avrebbe dovuto comportare: “Il fenomeno non va combattuto in questo modo, lo Stato sa benissimo chi evade e chi non lo fa, a qualcuno non vogliono fare i controlli, mentre li fanno agli onesti”. Dopo aver sottolineato i pericoli coinvolti nell’esistenza dei “dati sulla privacy che vengono raccolti con la Smac, attraverso i quali sanno dove spendiamo, quando e con chi”, il numero uno di Osla ricorda che “nel 2014, per lo sviluppo della Smac, sono stati stanziati 600.000 euro, mentre nel 2015 sono stati 500.000”. Da inizio anno, inoltre, “sono iniziate le verbalizzazioni della Polizia civile, ma non ci risulta siano state fatte delle multe”. Ciò proverebbe il flop del sistema: “Governo e sindacati della Csu dicono che questa è lotta all’evasione, ma non è così”.


Per contrastare una soluzione mal digerita, Dolcini propone alla platea due azioni: “Una raccolta firme per un esposto alla Reggenza contro la Smac e a favore della trasmissione mensile prevista nel 2013”, e “l’uscita di tutti noi dal circuito Smac sconti dal primo marzo, per mandare all’esecutivo un messaggio chiaro“.

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