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Reati prescritti: lo Stato deve restituire un milione di euro ai rom

La famiglia di rom parte fa parte di una banda specializzata in furti d'appartamento. Erano stati tutti condannati

Pubblicato:25-11-2015 11:55
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:37

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ROMA – Il processo è durato troppo, così lo Stato ha restituito un milione di euro a una famiglia di rom parte di una banda specializzata in furti d’appartamento. Beni per circa un milione di euro, sequestrati nel 2009 a rom residenti nell’Astigiano, quindi, sono stati restituiti perché il processo è stato dichiarato prescritto. A spiegare che cosa è accaduto è stato proprio il legale di queste persone, l’avvocato Davide Gatti, intervenendo su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’università degli studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it), nel corso di ‘Ecg Regione’, format a cura di Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.

Soldi

“Come ho fatto a beffare così lo Stato e a salvare i quindici rom? Nessuno ha beffato nulla- ha detto- questo processo non è mai partito, per questioni tempistiche. La prescrizione, quindi, ha fatto in modo, per questioni tempistiche, che i beni sequestrati fossero poi restituiti“.


“Il tutto è nato nel lontano 2006- ha raccontato- quando in fase di udienza preliminare il gup ha smembrato questo processo e nell’ambito di questo distinguo la parte legata al reato di ricettazione è stata rimandata al pm. Da lì in poi, la prima udienza è stata fissata due anni fa, ci sono stati dei problemi legati alle notifiche ed ecco arrivati alla prescrizione. In primo grado ad Asti erano stati tutti condannati, ma ora il processo è prescritto. Sono stati salvati tutti e quindici dalla prescrizione per il reato di ricettazione, l’unico reato che legittimava il sequestro dei beni. Sono stati salvati anche da un’eventuale condanna ad associazione a delinquere. Di chi è la colpa? Non posso rispondere a questa domanda. Purtroppo dovreste chiederlo agli uffici del tribunale, loro hanno risposte a questa domanda. Noi ci siamo accodati alla tempistica della giustizia. Non abbiamo fatto nessun giochino per non tirare avanti questo processo, che è partito molti anni dopo rispetto alla contestazione dei fatti. Dovreste sentire l’ufficio della Procura o il tribunale per sapere di chi è la colpa…”.

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