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Festa del Cinema di Roma, a lezione di noir con Giuseppe Tornatore

regista premio Oscar protagonista di un incontro con il pubblico

Pubblicato:25-10-2018 19:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:43

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ROMA – Quali sono le caratteristiche del noir? Ce lo spiega Giuseppe Tornatore. Il regista premio Oscar, uno dei pochissimi cineasti italiani ad essersi cimentato con questo genere cinematografico, e’ stato protagonista di un incontro con il pubblico alla Festa del Cinema di Roma. Otto i film scelti e analizzati per un’ora e mezza di lezione in cui un Tornatore appassionato cinefilo, prima che regista, ha analizzato le sequenze scelte e raccontato alcuni aneddoti dei registi che le hanno realizzate.

La prima automobile che non parte nel momento di massima suspance di un film? Avviene in “La fiamma del peccato” e a raccontare a Tornatore come nacque questa idea, diventata un topos cinematografico, e’ stato lo stesso Billy Wilder, regista della pellicola. Come sempre e’ la vita che porta le soluzioni a problemi che non riusciamo a risolvere, ed e’ cosi’ che un Wilder insoddisfatto della scena che stava girando lascia il set deluso e, salito in macchina, resta bloccato perche’ l’automobile non parte: ecco trovato l’elemento mancante per creare suspance in uno di momenti centrali di “La fiamma del peccato”.

“Per essere un buon regista bisogna prestare attenzione a cosa avviene nella vita quotidiana”, il suggerimento di Tornatore, che ha aggiunto “e avere una conoscenza minuziosa della realtà delle cose”. Gia’, altrimenti puo’ capitare di riprodurre in studio un intero residence e rendersi conto solo mentre si sta girando la scena centrale del film che la porta, come avviene in tutti gli alberghi nella vita reale, si apre verso l’interno e non verso l’esterno (un altro episodio avvenuto durante le riprese di “La fiamma del peccato”).


Si passa quindi a “La donna del ritratto” di Friz Lang analizzando un’altra sequenza innovativa per il cinema delle epoca, nella quale sogno e realta’ si fondono. Merito anche del bianco e nero, che, spiega Tornatore, permette di mistificare dettagli che balzerebbero subito all’occhio in un film a colori. “E’ anche per questo che i migliori film noir sono in bianco e nero”, spiega. C’e’ poi la professione del protagonista del film che come spesso avviene in questi film, e’ un esperto di crimini e per questo e’ convinto di riuscire a farla franca, cosa che in realta’ avviene raramente nel noir.

Quindi il tema del doppio che ritroviamo ne “Lo specchio oscuro” di Robert Siodmak, con al centro un delitto e due gemelle. E quello “della colpa  e della sensazione di sconfitta. Spesso i personaggi sono costretti a compiere atti criminali che nn vorrebbero commettere. E il noir al contrario del giallo te lo mostra. Il giallo comincia sempre dopo che il crimine si e’ consumato, invece il noir ti racconta le cose mentre accadono”, spiega Tornatore. Avviene ad esempio in “Detour” di Edgar G. Ulmer, “film un po’ ‘scalcagnato’ che la leggenda vuole essere stato realizzato in 7 giorni”. In “Detour” c’e’ tutto, c’e’ il doppio , la femme fatale, i colpi di scena”. E la ‘dark lady’ non manca neanche in “Le catene della colpa”, film “dalla fotografia e un cast straordinari, che si caratterizza per i dialoghi molto secchi e le battute incisive. Mi ricorda certi western che arriveranno anni dopo. Ha un ingranaggio narrativo strepitoso”, il commento di Tornatore.

C’e’ poi il poco amato dalla critica, “Ho ucciso!” di Joseph Von Sternberg, adattamento del romanzo di Dostoievskij “Delitto e castigo” che per Tornatore “ha delle idee di regia formidabili. C’e’ una tensione un’ansia che in molti noir nn si sente”.  E  il “noir colto, maniacale” “Il buco” di Jaques Becker, dove intorno ad un oggetto in apparenza inutile ruota l’intera narrazione.

Si chiude alla grande con l’unico film a colori scelto dal regista siciliano, “Il delitto perfetto” di Alfred Hitchcock che Tornatore rivela al pubblico aver visto quando ancora faceva il proiezionista “per otto volte di seguito in pochi giorni”. Sembra quasi di sentire il rumore della pellicola che scorre in cabina di proiezione, e in un attimo e’ come tornare al “Nuovo Cinema Paradiso”.

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