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Protocollo Arsial-Dafne per azzerare le ‘morti verdi’

Nei mesi di aprile e maggio si sono contate più vittime in incidenti di trattori agricoli che sull'intera rete autostradale

Pubblicato:25-10-2017 15:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:49

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ROMA – Le chiamano ‘morti verdi’, un’espressione per indicare gli incidenti che avvengono nei campi o nelle strade adiacenti, con il coinvolgimento dei trattori agricoli.

Nel 2017 sono stati contati 199 incidenti, circa il 3,6% rispetto ai 192 del 2016, con 90 morti, il 7% in più rispetto alle 84 vittime del primo semestre dello scorso anno e 130 feriti, praticamente lo stesso numero dell’anno precedente quando furono 129.

Un dato preoccupante, basti pensare che nei mesi di aprile e maggio si sono contate più vittime in incidenti di trattori agricoli che sull’intera rete autostradale.


Solo nel Lazio dal 2012 al 2016 si sono registrati 6.924 infortuni e di questi 53 mortali. In questo quadro si inserisce l’iniziativa di Arsial, l’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione del Lazio, che ha presentato il protocollo di intesa stipulato con Dafne, il Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università La Tuscia, per la diffusione della cultura della sicurezza e salute nel settore agricolo.

Rosati (Arsial): “Dobbiamo diffondere la cultura della sicurezza”


Il protocollo è stato presentato nell’ambito del Safety Day 2017, la Settimana europea della salute e sicurezza sul lavoro e nell’ambito della Campagna 2016-2017 ‘Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni età’ promossa dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro. La ‘Campagna regionale per la sicurezza del lavoro in agricoltura’, partita da Viterbo, coinvolgerà 45.708 imprese agricole del Lazio. Il via con l’incontro ‘Mettere in pratica la sicurezza in agricoltura a tutte le età’, organizzato dal Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali Dafne dell’Università La Tuscia. La giornata, giunta quest’anno alla settima edizione ha visto la partecipazione di enti, istituzioni, come le Università, le Asl, l’Inail oltre a molti esperti del settore. Hanno partecipato anche le aziende agricole, le associazioni di categoria agricole, Comuni, Ordine degli Agronomi e professionisti che si occupano di sicurezza.

“Quello della sicurezza in agricoltura è un tema che non ha trovato ancora le giuste ricette– ha dichiarato, all’agenzia Dire, Danilo Monarca, presidente dell’A.I.I.A, Italian society of agricoltural engineering, a margine della conferenza di presentazione del protocollo per la diffusione della cultura della sicurezza e salute nel settore agricolo-. La revisione delle macchine agricole potrebbe essere già un primo intervento utile per abbattere il numero di incidenti. Pensate che in Germania soltanto con la revisione dei trattori e delle macchina agricole, iniziata nella seconda metà degli anni Settanta, il numero degli infortuni mortali è diminuito. Noi in Italia abbiamo 1 milione e mezzo di trattori, quasi tutti vecchi, alcuni senza neanche i dispositivi di protezione e di anti ribaltamento e anche quelli che hanno gli ‘arconi’, ossia le misure anti ribaltamento, spesso per mancanza di manutenzione, per disattenzione o per sottostima del rischio da parte degli operatori non vengono utilizzati”.

Un bilancio tragico che pesa enormemente sull’agricoltura e che richiede uno sforzo maggiore nell’adozione di misure preventive che, attraverso strumenti di sicurezza e formazione specifica, possano abbassare questo trend. A livello legislativo ha subito un altro rinvio la proposta di adozione del ‘patentino’ per l’abilitazione all’uso delle trattrici e di altre macchine operatrici utilizzate in agricoltura. “Siamo contenti di aver firmato questo protocollo di intesa e di lavoro con la facoltà di Agraria dell’Università La Tuscia, in particolare con il Dipartimento che si occupa di prevenzione degli infortuni sul lavoro in agricoltura” ha dichiarato Antonio Rosati, amministratore unico di Arsial, a margine della conferenza di presentazione del protocollo per la diffusione della cultura della sicurezza e salute nel settore agricolo.

“Ci siamo resi conto- ha continuato- che il problema delle ‘morti verdi’ è più diffuso di quanto si pensi e di cui si parla pochissimo. Il nostro panorama è fatto di piccole e medie imprese la prevenzione sul lavoro ha bisogno di battere una cultura, un’idea, di seminare informazioni. In questo senso, con una convenzione triennale, inizieremo, anche nei nostri centri dimostrativi, un lavoro intenso di informazione, in particolare sul ruolo delle macchine, perché molti degli incidenti mortali ruotano attorno al trattore. Cintura di sicurezza, cabina di protezione, caschi, scarpe adeguate, sono piccole cose che però, se non utilizzate, possono trasformare un incidente in tragedia”.

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