ROMA – “I gesti spontanei non devono essere concordati, altrimenti diventa una cosa artefatta”. Il presidente della Lazio Claudio Lotito, spiega ai microfoni di ‘6 su Radio 1’ i retroscena della visita alla Sinagoga da lui organizzata ieri, dopo che alcuni ultrà biancocelesti avevano attaccato in curva Sud degli adesivi raffiguranti Anna Frank con la maglia della Roma.
“Ci siamo rivolti alla comunità che ci ha detto che era impegnata per impegni pregressi- ha spiegato poi Lotito motivando l’assenza dei vertici della comunità ebraica durante la deposizione di due corone di fiori portate dalla delegazione biancoceleste-. Il nostro gesto non voleva assolutamente manifestare alcun intento di giustificazione, né di purificazione perché non dobbiamo lavare nulla. Ci laviamo tutti i giorni e riteniamo di essere persone pulite e scevre da qualsiasi condizionamento esterno. Loro probabilmente vedono l’aspetto formale mentre noi agiamo quotidianamente attraverso un’azione di prevenzione e repressione. E’ chiaro che in una comunità di centinaia di migliaia di persone ci può essere lo stupido di turno o il mascalzone di turno, cosa che accade anche nella loro comunità, capita dappertutto”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it