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Cuma, torna alla luce una tomba dipinta del II secolo a.C

La scoperta ad opera di un equipe francese

Pubblicato:25-09-2018 09:52
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:35
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NAPOLI – Una nuova tomba dipinta, eccezionalmente conservata e le cui pitture immortalano una scena di banchetto, datata al II secolo a.C, è stata riportata alla luce nell’antica necropoli cumana. La scoperta si deve a Priscilla Munzi, ricercatrice del Centre Jean Bérard (CNRS – École française de Rome) e Jean-Pierre Brun, professore del Collège de France, che, dal 2001, lavorano con la loro équipe ai piedi della rocca sulla quale si erge l’acropoli dell’antica città di Cuma.  Due volte più grande di Pompei, la città di Cuma è situata a 25 Km a ovest della città di Napoli, sulla costa tirrenica di fronte all’isola di Ischia e all’interno dell’attuale Parco archeologico dei Campi Flegrei. Le fonti storiche la considerano come la più antica colonia greca d’Occidente, fondata da greci provenienti dall’Eubea intorno alla metà dell’VIII secolo a.C.
“Il Parco Archeologico dei Campi Flegrei sostiene in forma sistematica la ricerca, con particolare riguardo a quella internazionale – ha commentato il direttore del PaFleg, Paolo Giulierini che accolto entusiasta la scoperta – e considera il rapporto con il Centro Jean Bérard una collaborazione di altissimo profilo. La scoperta, che arricchirà il museo e il Parco, è in primo luogo fonte di grande progresso scientifico e storico”.
Da diversi anni gli archeologi francesi conducono le loro ricerche nella zona situata immediatamente al di fuori di una delle porte principali delle fortificazioni settentrionali, dove, nel corso dei secoli, si è sviluppata una grande necropoli pluristratificata.

La tomba e i suoi dipinti

La tomba riporta, ben visibile, sulla lunetta in corrispondenza dell’ingresso della camera funeraria, una figura maschile nuda stante che sorregge nella mano destra una brocca in argento (oinochoe) e nella sinistra un calice; ai lati del personaggio, sono rappresentati un tavolino (trapeza) e alcuni vasi di grandi dimensioni tra i quali un cratere a calice su supporto, una situla e un’anfora su treppiede. Sulle pareti laterali, s’intravedono verosimilmente scene di paesaggio. La decorazione è delimitata nella parte alta da un fregio floreale. L’intradosso della volta è giallo, mentre le pareti al disotto della cornice e i tre letti funerari sono dipinti di rosso. La qualità delle pitture è eccezionale. Purtroppo la tomba è stata più volte visitata e pochi sono gli elementi dei corredi recuperati, anche se sufficienti a confermarne la datazione. I temi rappresentati sulle pareti della tomba, poco consueti per quel periodo cronologico, offrono nuovi e importanti spunti di riflessione per delineare e ricostruire l’evoluzione artistica della pittura parietale cumana. Lo scavo è stato realizzato grazie al sostegno finanziario del Ministère de l’Europe et des affaires étrangères, dell’École française de Rome e della Fondation du Collège de France. Le ricerche sono svolte nell’ambito di una concessione di scavo e ricerche del Ministero per i beni e le attività culturali e in collaborazione con il Parco archeologico dei Campi Flegrei.


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